Buon compleanno Davide, campione sorridente

Davide Astori

di Luca Pes

Son passati dieci mesi da quella terribile, piovosa, mattina di marzo. La notizia, giunta da Udine, in pochi minuti è rimbalzata nelle case di tutti gli italiani: Davide Astori, difensore e capitano della Fiorentina, non c’è più. Il pallone ha smesso di rotolare, le divise da gioco sono state riposte nei borsoni, i suoi amici calciatori hanno lasciato gli stadi in lacrime. Il mondo del calcio si è fermato, attonito, sgomento.  Nei giorni successivi si sono spesi fiumi di parole per un ragazzo trentunenne, spentosi durante il sonno a poche ore da una partita di pallone. Un giovane uomo, un padre, un compagno di vita, prima che un calciatore. È stata una settimana di silenzio, di ricordo, di preghiera che difficilmente si potrà dimenticare.

Davide ha dedicato una parte importante della propria vita alla causa del Cagliari. Ingaggiato nel 2008, esordisce subito in Serie A. Diventa titolare nella stagione successiva. Nel 2011 la società rossoblù lo acquista definitivamente dal Milan, suggellando quella che, fino a quel momento, era stata solamente una comproprietà. Viene designato capitano della squadra. Durante la sua esperienza in Sardegna conquista la nazionale, obiettivo molto difficile per un calciatore che milita in uno dei cosiddetti “club di provincia”. In maglia azzurra trova anche il gol durante la Confederations Cup del 2013. Si tratta della prima rete di un giocatore del Cagliari in nazionale dopo quarant’anni; l’ultimo gol era stato di Gigi Riva nell’ottobre 1973. 14 i gettoni totali in nazionale, mentre sono 179 le presenze col Cagliari, condite da tre gol.

A Davide sono stati dedicati i tributi più belli. Da parte di compagni, avversari, amici, gente comune. Una gran folla lo ha salutato nella camera ardente allestita al Centro Tecnico Federale di Coverciano e migliaia di persone erano in piazza Santa Croce, a Firenze, durante i funerali. In tanti hanno atteso il suo arrivo a San Pellegrino Terme, nel bergamasco, dove è avvenuta la tumulazione. A Cagliari si è svolta una messa commemorativa nella basilica Nostra Signora di Bonaria, affollatissima per l’occasione. Il calciatore è stato ricordato con un minuto di raccoglimento ed un video tributo prima delle partite del campionato italiano e delle gare di Champions League.

In suo onore, la Fiorentina e il Cagliari hanno ritirato la maglia numero 13, che simbolicamente gli apparterrà per sempre. Un uomo che si è distinto, oltre che per le doti tecniche in campo, per quelle caratteriali. Genuino e disponibile, si faceva voler bene. Dopo un’intervista, quando lo ringraziavi, lui rispondeva: «ma no, figurati, grazie a te!», questo uno dei ricordi più belli da parte dei giornalisti sportivi che lo hanno conosciuto e apprezzato.

C’è un piccolo ricordo che, in qualche modo, lega Davide al nostro giornale. Il ragazzo arrivò in Sardegna, giovanissimo, nel 2008, a soli 21 anni. Qui rimase per sei stagioni calcistiche. In occasione della prima giornata casalinga del campionato di Serie A 2010-11, per la prima volta un inviato di Vulcano ebbe la possibilità di accedere alle aree stampa dello stadio Sant’Elia. Era un Cagliari-Roma, terminò 5-1. Il calciatore del Cagliari designato in quella circostanza a rispondere alle domande dei giornalisti, in sala stampa e nella mixed zone, era proprio Davide Astori. Abbiamo conosciuto un ragazzone sorridente e gentile, molto disponibile con tutti e sempre pronto a chiacchierare con gli addetti ai lavori con la massima serenità. Non è facile incontrare una persona come Davide in un mondo ultra-competitivo dove, spesso, i bar dello sport sono affollati da persone che urlano e la polemica è il pane quotidiano.

Davide, nel giorno del tuo 32esimo compleanno, ti arrivi il nostro pensiero.
Siamo certi che ci ringrazierai con un sorriso. Ovunque tu sia.

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