È di nuovo terrore a Istanbul. Attentato all’aeroporto Atatürk

L'esterno dell'aeroporto Atatürk

Ad appena 20 giorni di distanza dall’attacco bomba nei pressi dell’Università Statale, nella centralissima Piazza Beyazit, nel quale erano rimaste uccise 12 persone, Istanbul è di nuovo teatro di un efferato attentato. A gennaio e a marzo, altre due azioni terroristiche erano state attribuite all’ISIS: la prima nel centro turistico di Sultanahmet, la seconda nella grande via dello shopping, Istiqlal Kadesi.

Questa volta ad essere colpito è l’Aeroporto Kemal Atatürk, principale scalo della Turchia e terzo d’Europa: un commando di sette persone avrebbe aperto il fuoco, con pistole e kalashnikov, ai controlli di sicurezza del terminal riservato ai voli internazionali, sparando sulla folla. Tre di loro si sarebbero poi fatti saltare in aria, una donna arrestata e i restanti in fuga. L’identità degli attentatori non è stata ancora accertata ma, secondo alcune fonti, si tratterebbe di cittadini stranieri.

Il bilancio provvisorio è di 41 morti (di cui almeno 13 stranieri) e oltre 200 feriti. Fin dal primo momento il Presidente Erdogan punta il dito contro l’ISIS della cui responsabilità non dubita nemmeno il capo della CIA John Brennan: l’attacco terroristico ha il chiaro “marchio dell’infamia”dello Stato Islamico. Al momento non c’è stata però alcuna rivendicazione.

L’attentato all’aeroporto di Istanbul, nel frattempo di nuovo operativo, viene compiuto in un momento molto delicato, in cui la Turchia cerca di ridisegnare la propria strategia nella regione, all’indomani dell’avvicinamento allo Stato di Israele. Segna inoltre un altro duro colpo ad un turismo già fortemente in crisi e porterà, verosimilmente, ad un ulteriore calo degli arrivi in una delle città più belle del mondo.

Carmen Corda

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