7°: non rubare

Furti a domicilio e nei negozi, una brutta abitudine che non conosce religione né ha una nazionalità ben precisa.

Senza ombra di dubbio il furto è un’attività molto redditizia, peccato che sia illegale! Sin dalla notte dei tempi, derubare in casa altrui è sempre accaduto, tant’è che il settimo comandamento recita proprio “Non rubare”.

Non solo i cristiani contravvengono a questa legge di Dio, ma anche gli ebrei, i musulmani, i buddisti e gli atei; rubare è un vizio trasversale che va al di là della religione e a cui nemmeno la legge dei vari Stati riesce a mettere un freno.

Ultimamente si ha come la percezione che il crimine ai danni dei privati sia aumentato e che ormai il fenomeno, in apparenza difficilmente contenibile, vedrebbe le Forze dell’Ordine in notevole difficoltà. Ma, dati alla mano, la realtà non sarebbe proprio questa.

Secondo le informazioni pubblicate dal Sole 24 ore, relative ai dati sulla qualità della vita, forniti dal Dipartimento della Sicurezza Pubblica del Ministero dell’Interno e, da 30 anni, pubblicati dalla suddetta testata, nel 2018 i reati sarebbero in notevole calo. I dati prendono in esame i 17 crimini per eccellenza, che ogni anno si commettono in tutto il territorio nazionale: omicidi volontari (tentati omicidi, infanticidi), furti, furto con strappo, furto con destrezza, furti in abitazione, furti in esercizi commerciali, furti di autovetture, rapine, estorsioni, usura, associazione a delinquere, associazione di tipo mafioso, riciclaggio e impiego di denaro, truffe e frodi informatiche, stupefacenti, incendi e violenze sessuali.

Le statistiche ministeriali esaminano ogni provincia d’Italia e forniscono le percentuali del singolo crimine ogni 100mila abitanti.

Il Ministero dell’Interno ha già fornito i dati riguardanti il 2019, ma non le percentuali. Stando alle percentuali del 2018, queste disegnano un quadro molto positivo, sembrerebbe infatti che il crimine in Italia sia diminuito in modo complessivo. Se invece andiamo ad analizzare le singole province, nello specifico le quattro province sarde: Cagliari, Sassari, Oristano e Nuoro, si possono notare alcuni elementi di non trascurabile importanza.

Relativamente ai crimini in generale, la provincia di Sassari si attesta al 61° posto con 3114,6 crimini ogni 100 mila abitanti con una percentuale di -4%, rispetto al 2017; la provincia di Nuoro è al 79° posto con un -4%; la provincia di Cagliari è all’80° posto con un +1%; Oristano è all’ultimo posto in Italia per numero di crimini commessi, al 106° posto, con un -10%.

Se andiamo invece ad analizzare i dati specifici relativi ai furti in abitazione, possiamo chiaramente desumere che la situazione è molto preoccupante, specialmente per la provincia di Cagliari. Quest’ultima si trova infatti al 94° posto con un incremento dei furti nelle abitazioni di un + 18%; la provincia di Sassari si trova dieci posizioni più in alto con un -18%; la provincia di Nuoro al 101° posto con un -6% e la provincia di Oristano, sempre ultima al 106° posto con un +5%.

Senza ombra di dubbio quindi, le province meno sicure sono quelle che si trovano nei piani alti della classifica del Viminale, ma è interessante dare un’occhiata anche ad una indagine svolta dal team di Report che analizza i dati del 2017 e del 2018 e pubblicata nel Corriere della Sera il 25 giugno 2019. In base allo studio di Report, dal 2014 al 2017 i furti in appartamento in Italia sono diminuiti del 23%. I più colpiti sono gli abitanti del nord Italia, con percentuali di furti a domicilio che superano il 25%, mentre in Sardegna i furti sono al di sotto del 25%.

Report analizza anche le tecniche di effrazione che cambiano a seconda della nazionalità degli Arsenio Lupin di turno. Secondo la loro indagine, i moldavi, gli albanesi e i georgiani utilizzano due tecniche: look picking (furto con scasso tramite attrezzi per scassinare) e il key bumbing (letteralmente: battito di chiave) ossia apertura di una serratura con una chiave sagomata; i sudamericani prediligono invece l’ingresso nelle abitazioni dalle finestre o dai balconi; nomadi e romeni si introducono dalla porta d’ingresso forzando la serratura; gli italiani invece sono più tecnologici poiché scelgono abitazioni dotate di allarme e antifurto e si introducono in casa altrui disattivando i congegni elettronici, si tratta quindi di esperti nel settore informatico.

È infine doveroso dare un’occhiata ai dati relativi ai furti negli esercizi commerciali. Nel 2018 Sassari si attestava al 57° posto con un -10%, Cagliari al 77° con -14%, Oristano al 101° posto con una percentuale di 0%, infine Nuoro al 104° posto con un -24%.

Nonostante il quadro che emerge sia positivo, la percezione che ognuno di noi ha riguardo a questo genere di crimine, è alterata e la sensazione è quella di vivere in una società estremamente insicura.

Molto probabilmente ciò è determinato dal fatto che i ladri si sono spostati dalle città e ora prediligono i piccoli centri, come i nostri paesi. In un periodo non molto lontano, i furti in negozio o in abitazione nei piccoli centri erano davvero un evento straordinario di cui si parlava per mesi. Al giorno d’oggi, in città ci si è attrezzati per evitare di essere derubati, mentre nei paesi vige un clima più rilassato. Senza andare troppo lontano, anche a Villaspeciosa si registrano molto spesso furti in abitazione e sono molto recenti alcune rapine ai danni di supermercati e macellerie locali.

Verosimilmente, le Forze dell’Ordine (Carabinieri e Polizia) lavorano in quantità numeriche sottodimensionate, e ciò non fa che peggiorare la sensazione di insicurezza che tutti noi viviamo quotidianamente. Infine un po’ più di diffidenza, a scopo preventivo, da parte di ognuno di noi, forse, non guasterebbe.

Giuliana Mallei

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