Intervista a Lucia Chessa, candidata presidente della lista Sardigna R-esiste

 

a cura di Lucia Chessa

 

Mi chiamo Lucia Chessa e sono nata a Bitti (NU) il 09.08.1960, sono laureata in filosofia conseguita presso l’università di Cagliari, madre di 3 figli, insegno le materie di Italiano e Storia presso un Istituto Tecnico superiore di Siniscola (NU). Sono stata sindaco di Austis dal 2005 al 2015, componente del Consiglio delle Autonomie Locali della Sardegna dal 2010 al 2015 e componente dell’ufficio di presidenza del CAL per lo stesso periodo, presidente della Comunità Montana Gennargentu Mandrolisai da marzo 2014 a maggio 2015, segretaria nazionale in carica del partito Rossomori dal 2021.

Quali sono le liste che mi sostengono?

Una. Si chiama Sardigna R-esiste

Come immagino e vorrei la Sardegna del futuro?

Vorrei una Sardegna dignitosa, artefice del proprio futuro, capace di coltivare speranza, libera da coloro che la mettono in secondo piano rispetto ai propri interessi di parte. Una Sardegna dove i giovani possano vivere lavorando con dignità, dove i diritti non siano tolti e restituiti sotto forma di favori. Una Sardegna più ricca attraverso un utilizzo onesto e governato di tutte le sue molteplici risorse. Una Sardegna che riconosca le sue radici, la sua identità, la sua cultura in tutte le sue molteplici espressioni. Una terra abitata da persone che si riconoscano e si sentano appartenere ad una comunità di popolo. Per avere radici forti con le quali confrontarsi con il massimo di apertura.  Una Sardegna che offra alla sua gente salute, istruzione, lavoro, tutela ambientale, servizi rispettosi della persona. Dove valga la pena investire e sviluppare i propri progetti di vita e di lavoro

I primi 5 provvedimenti che assumerò in caso di una sua vittoria alle elezioni.

Una riforma della legge elettorale per restituire ai cittadini la possibilità di scegliere chi li governa.

Una legge organica sulla scuola garantendo almeno una scuola in ogni comune aperta tutto il giorno, arricchita di figure professionali anche diverse dagli insegnanti: pedagogisti, educatori, maestri d’arte, maestri di canto, di ballo, di musica, istruttori sportivi, insegnanti di lingua e letteratura sarda. Una scuola capace di rivitalizzare le comunità creando senso di appartenenza.

Un intervento nel settore sanitario teso a riformare il percorso di formazione degli operatori sanitari, a distribuire e utilizzare meglio le poche risorse umane e materiali che abbiamo disponibili,  rilanciare la medicina territoriale e la diagnostica ambulatoriale.

Un intervento nel settore trasporti rinegoziando con gli altri livelli di governo (Italia ed Europa) gli spazi che la parte pubblica deve avere per garantire il diritto alla mobilità dei sardi, di chi vuole venire in Sardegna. Prima viene il diritto alla continuità territoriale. Dopo vengono i profitti delle compagnie aeree e di navigazione.

Un intervento complessivo a livello di governo e tutela del territorio, delle sue risorse, della ricchezza che più produrre attraverso l’utilizzo delle nostre materie prime, compresi il sole e il vento. Evitando nuovi espropri di ricchezza e di salubrità.

Solo che 5 non sarebbero sufficienti

Cosa lascia la Giunta Solinas in positivo e in negativo?

Negativo su tutta la linea, non hanno fatto programmazione e infatti non sono riusciti neanche a spendere le risorse a disposizione. Tutto ciò che è stato speso non ha portato alcun miglioramento perché niente è stato deciso a vantaggio di interessi generali. Basta chiedere ai sardi se le condizioni di vita in Sardegna migliorano o peggiorano

Sanità: liste d’attesa, carenza di medici e infermieri nelle strutture pubbliche e carenza di medici di base; ospedali periferici da chiudere per potenziare quelli delle città più importanti? La vostra idea per riorganizzare la sanità sarda.

Molto c’è da fare perché grande è il danno che hanno fatto, centrodestra e centrosinistra che si sono avvicendati al governo della regione. Il sistema sanitario sardo ha dovuto sopportare due riforme in sequenza, tutte e due sbagliate. La prima, quella di Pigliaru, che è stata guidata esclusivamente dalla volontà di tagliare le spese. Praticamente ubbidendo a ciò che chiedeva il loro governo amico guidato da Matteo Renzi. Quindi rigorosa applicazione dei parametri nazionali, devastazione della rete ospedaliere con la chiusura dei piccoli ospedali e depotenziamento di quelli urbani, nessuna attenzione alla medicina territoriale con poliambulatori vuoti e incapaci di dare risposte minime. Quella di Solinas ancora peggiore, senza capo né coda, perché se della riforma Arru almeno si capiva il senso che era quello dei tagli, di quella di Solinas non si capisce proprio l’idea che la ispirava. E viene il dubbio che banalmente si intendesse solo creare e distribuire nuovi incarichi ai tanti amici questuanti.

Cosa fare ora? Riformare radicalmente il percorso di formazione di medici e l’accesso alle scuole di specializzazione. Fare un piano di assunzioni e stabilizzazioni di personale sanitario evitando che i pochi che laureamo e specializziamo se ne vadano all’estero. Non prendere neanche in considerazione la chiusura delle guardie mediche, cosa di cui già si parla. Semplificare sollevando i medici dalle tante incombenze burocratiche e lasciare che si occupino di assistere i malati. Ridimensionare le esternalizzazioni (mense, cup, pulizie) che sono terreno di pascolo di pratiche niente affatto trasparenti. Potenziare l’assistenza domiciliare per evitare che tanti anziani, a fine vita, siano allontananti dalle loro famiglie e dai loro affetti. Anche su questo si misura la civiltà. Efficientare i servizi di prevenzione e di monitoraggio di alcune patologie, in primo luogo quelle legate all’inquinamento ambientale.

Scorie Nucleari: la Sardegna, anche tramite un referendum e con successivi atti regionali, si è espressa chiaramente contro i depositi di scorie nucleari sul territorio. C’è la possibilità che il Ministero della difesa indichi un’area militare dove realizzare depositi per le scorie nucleari: lo ritiene un rischio fondato?

Sì. Lo ritengo molto fondato. Occorrerà vigilare, mobilitarsi, e non riconoscere a Roma nessun governo amico a cui affidare la tutela della nostra terra e di noi stessi.

Il Senato ha approvato il disegno di legge sull’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario. Se la legge dovesse arrivare ad approvazione definitiva così com’è, quali conseguenze ritenete possano esserci per la Sardegna?

Conseguenze profondamente ingiuste. Le regioni a statuto ordinario avranno spazi di autonomia più larghi dei nostri e questo equivale ad abolire la nostra specialità. Quella riforma renderà più ampio il divario esistente tra il nord e il sud cristallizzando le differenze. E’ una legge fatta all’insegna dell’egoismo, della assenza di solidarietà, della negazione della giustizia e dell’equità

La riduzione del numero dei parlamentari nel 2020, il ricorso sempre più frequente ai decreti legge da parte del Governo, l’ipotesi dell’elezione diretta del presidente del Consiglio, da parte dei cittadini: è finita l’epoca delle Repubblica parlamentare?

Sì, è finita l’epoca della democrazia, a livello nazionale e anche in Sardegna dove vige una legge elettorale pesantemente antidemocratica votata nel 2013 da centro destra e centro sinistra con l’obiettivo di blindare i gruppi che erano in quel momento rappresentati in consiglio. Nessuno dei consiglieri che a suo tempo votarono quella legge dovrebbe rimettere piede in consiglio regionale. Perché hanno tolto ai sardi la possibilità di scegliere realmente chi li deve governare. Lo hanno fatto nel loro piccolo interesse di parte e personale e non nell’interesse generale

Nel 2014 Francesca Barracciu del Partito Democratico, nel 2019 Mario Puddu del M5S, adesso Christian Solinas del Psd’Az, potenziali candidati alla presidenza della Regione, sono stati raggiunti da provvedimenti giudiziari prima delle elezioni. Come interpretate questi fatti? Ritenete che, benché solo indagati, etica voglia che i politici debbano fare un passo indietro per rispetto della collettività?

Intanto le accuse mosse a suo tempo a Francesca Barracciu furono confermate. Intanto il tema è che Solinas avrebbe dovuto dimettersi ben prima, al momento dei diversi rinvii a giudizio e invece si è sottratto ai processi con il legittimo impedimento. Intanto un presidente a cui rubano il computer il giorno prima del sequestro si deve dimettere immediatamente. Io sono garantista. Voglio che i cittadini abbiano la garanzia di essere governati da persone dalle condotte specchiate. Anche se di questi tempi sembra chiedere troppo

Ultima domanda. Perché gli elettori devono votare me e la mia coalizione?

Perché chi ha creato il danno è difficile che abbia gli strumenti anche per rimediarlo.

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