Intervista ad Alessandra Todde, candidata presidente della lista centrosinistra

 

 

a cura di Alessandra Todde

 

 Sono nata il 6 febbraio 1969 a Nuoro, mi sono laureata in scienze dell’informazione e successivamente in informatica presso l’Università di Pisa, ho vissuto per 11 anni negli Stati Uniti dove mi sono occupata di energia ed evoluzione digitale; ho lasciato poi la vita di impresa per candidarmi alle elezioni europee nel 2019 con il Movimento 5 Stelle. Deputata alla Camera dal 13 ottobre 2022 per il Movimento 5 Stelle, di cui dal 21 ottobre 2021 sono stata vicepresidente, ho ricoperto la carica di sottosegretaria di Stato al Ministero dello Sviluppo economico dal 16 settembre 2019 al 13 febbraio 2021 nel governo Conte II e viceministra dello Sviluppo economico dal 1º marzo 2021al l 22 ottobre 2022 nel governo Draghi.

 Quali sono le liste che mi sostengono?

Le liste che mi sostengono sono 14 forze politiche e civiche, 10 liste sulla scheda elettorale. Da partiti con rilievo nazionale a forze prettamente sarde. Dagli indipendentisti alle civiche. 

Come immagino e vorrei la Sardegna del futuro?

Un’isola moderna, facile, giusta, pulita e connessa. Con un’economia prospera, capace di competere sui mercati internazionali e con la capacità di riconoscerci, di farci riconoscere ed essere orgogliosi di noi stessi. Una Sardegna nuova, che guarda al futuro e che mette i cittadini centro dell’agenda politica.

I primi 5 provvedimenti che assumerò in caso di una sua vittoria alle elezioni regionali.

La prima cosa da fare in assoluto è garantire ai sardi di potersi curare. È inaccettabile che il 16% dei miei concittadini rinunci alle cure. È inaccettabile questo slittamento verso la sanità privata. È intollerabile che in Sardegna non ci si possa curare perché mancano mezzi e servizi. Bisogna cambiare tutto. La giunta uscente ha lasciato il deserto. Ora sta a noi ridare speranza ai sardi.

Cosa lascia la Giunta Solinas in positivo e in negativo?

Solo macerie. Sanità alla sbando, lavoro sempre più precario e incerto, mobilità inesistente, trasporti fermi, imprenditori scoraggiati e servizi inaccettabili. La Sardegna è ferma e i cittadini sono stanchi.

Sanità: liste d’attesa, carenza di medici e infermieri nelle strutture pubbliche e carenza di medici di base; ospedali periferici da chiudere per potenziare quelli delle città più importanti? La vostra idea per riorganizzare la sanità sarda.

Il privato non può sostituire il pubblico. Bisogna riorganizzare il sistema dei pronto soccorso, gravati dalla mancanza di servizi territoriali, ripristinare il registro dei tumori e avere un ospedale pediatrico. Dobbiamo modificare il Centro unico di prenotazione e le persone devono essere prese in carico nei territori. In Sardegna c’è grande carenza di medici di base quindi dobbiamo incentivare una struttura che possa prendere in carico la parte burocratica. Bisognerebbe aumentare le retribuzioni, intervenire su formazione e progressione delle carriere, con maggiore trasparenza nei concorsi e prospettive per il personale.

Scorie Nucleari: la Sardegna, anche tramite un referendum e con successivi atti regionali, si è espressa chiaramente contro i depositi di scorie nucleari sul territorio. C’è la possibilità che il Ministero della difesa indichi un’area militare dove realizzare depositi per le scorie nucleari: lo ritiene un rischio fondato?

Se vince Truzzu la Sardegna avrà le scorie. Se vince la destra la Sardegna dovrà accettare a testa bassa tutto ciò che le verrà imposto. Per noi chiaramente un no forte e chiaro al deposito di scorie nucleari in Sardegna. Il governo Meloni, FdI in testa, ha proposto che si possa fare anche all’interno dei siti militari. E su questo il silenzio di Truzzu è imbarazzante. La Sardegna non può e non deve diventare la vittima di politiche energetiche che privilegiano il profitto degli speculatori a discapito del benessere dei suoi abitanti e della salvaguardia del suo territorio.

Il Senato ha approvato il disegno di legge sull’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario. Se la legge dovesse arrivare ad approvazione definitiva così com’è, quali conseguenze ritenete possano esserci per la Sardegna?

 Meloni spacca il Paese e tradisce il Sud. Il provvedimento rischia di aumentare le disuguaglianze. Le Regioni del Sud, soprattutto la Sardegna, pagheranno cara questa assurda scelta che andrà a minare settori, come quello sanitario, spesso già al collasso. Ancora una volta il governo nazionale dimostra di non aver nessun interesse per la crescita e le prospettive del Mezzogiorno e i senatori sardi, che hanno votato questo provvedimento, si sono assunti un’enorme responsabilità di fronte ai cittadini. La Sardegna subirà le conseguenze di questa legge iniqua e ingiusta che colpirà ancora di più la nostra sanità, l’istruzione, i trasporti, la vita dei cittadini sardi. Sono curiosa di sapere cosa ne pensa Paolo Truzzu, alleato della Lega di Salvini e Calderoli. Oppure anche questa volta si raccoglierà in un silenzio tombale evitando per l’ennesima volta il confronto?

La riduzione del numero dei parlamentari nel 2020, il ricorso sempre più frequente ai decreti-legge da parte del Governo, l’ipotesi dell’elezione diretta del presidente del Consiglio, da parte dei cittadini: è finita l’epoca delle Repubblica parlamentare?

 Il governo Meloni ci sta abituando a tutto. Mi auguro che possa finire nel minor tempo possibile l’epoca dell’incompetenza, dell’inaffidabilità e della disonestà al governo. Partendo dalla Sardegna. Dove tutto ciò si è respirato per 5 anni. 

Nel 2014 Francesca Barracciu del Partito Democratico, nel 2019 Mario Puddu del M5S, adesso Christian Solinas del Psd’Az, potenziali candidati alla presidenza della Regione, sono stati raggiunti da provvedimenti giudiziari prima delle elezioni. Come interpretate questi fatti? Ritenete che, benché solo indagati, etica voglia che i politici debbano fare un passo indietro per rispetto della collettività?

 Su questo sono stata molto chiara. L’ambito giudiziario deve rimanere tale e non entrare nel dibattito politico. Il mio riscontro è su come è stata governata la Sardegna, per come hanno trattato i sardi e per come stanno lasciando la nostra terra: in totale declino.

Lingua sarda e identità: cosa proponete?

È importante promuovere e sostenere la cultura e le lingue sarde come esigenze culturali e politiche, fondamentali per lo sviluppo cognitivo e l’identità del territorio. Enfatizzare la valorizzazione della memoria collettiva e individuale come guida per il futuro, proponendo azioni per integrare l’istruzione della lingua sarda e il plurilinguismo nel sistema educativo. L’obiettivo è assicurare la conoscenza profonda dell’ambiente sardo attraverso l’educazione, valorizzando il patrimonio culturale e linguistico come fondamento per lo sviluppo personale e collettivo.

Ultima domanda. Perché gli elettori devono votare lei e la sua coalizione?

La Sardegna è a un bivio: da una parte la destra che si ricandida a governare, quella che ha lasciato la Sardegna in macerie, che ha lasciato in cassa tre miliardi di soldi non spesi per sanità, trasporti, lavoro. Dall’altra parte il cambiamento, fiducia al progetto del Noi, in chi vuole una sanità pubblica, accessibile a tutte e tutti, a chi vuole investire sui giovani, sul nostro territorio, sulla nostra identità. Per una Sardegna moderna, connessa, pulita, giusta.

 

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