Stile di vita dell’anziano e Sarcopenia

di Simone Naitana

Con il termine Sarcopenia si intende indicare quel declino neuromotorio dovuto all’invecchiamento dell’organismo e caratterizzato dalla perdita della massa muscolare e della relativa forza. Questo fenomeno inizia a comparire intorno ai 40 anni e da qui fino ai 50 porta ad una perdita di massa muscolare del 3-5%. Da qui in avanti la perdita di massa muscolare si riduce dell’1-2% ogni anno. Un andamento che nel 40% dei soggetti porta a dimezzare il patrimonio muscolare entro i 75 anni di età. Pensate che gli anziani allettati possono perdere anche il 10% della propria massa muscolare degli arti inferiori in soli 10 giorni contro il 2% di soggetti giovani. La Sarcopenia è oggi una problematica un po’ sottovalutata che però, in maniera subdola, può incidere negativamente sulla qualità di vita dell’anziano. Infatti contribuisce ad aumentare il rischio di cadute e di fratture correlate. Ha profonde ripercussioni sulle capacità motorie compromettendo l’autonomia di movimento e l’equilibrio. Ad esempio si diventa incapaci a salire e scendere le scale, a portare a casa le buste della spesa e la frequenza del passo ne risulta fortemente ridotta. Il problema della Sarcopenia nel nostro paese così come negli altri paesi industrializzati ha un impatto sociale notevole visto il cambiamento della struttura demografica della popolazione che vede una riduzione delle fasce d’età più giovani e un progressivo aumento di quelle anziane. Secondo dati ISTAT nel 2050 circa il 34% della popolazione italiana avrà più di 65 anni, contro il 19,5% del gennaio 2005. Questo vuol dire che se le politiche di programmazione sanitaria non si occupassero di questo problema ci sarà nel prossimo futuro un crescente numero di soggetti incapaci di svolgere le normali attività quotidiane in sufficiente autonomia.

La Sarcopenia è quindi un fenomeno fisiologico e per questo non può essere arrestato. Tuttavia può essere rallentata la sua evoluzione modificando alcuni aspetti del proprio stile di vita. In questo caso le linee guida da seguire sono l’adozione di una alimentazione adeguata, di una regolare attività fisica e se necessario l’utilizzo di integratori e supplementi dietetici.

Il nostro muscolo è fatto di proteine. La causa principale della perdita di massa muscolare e della relativa forza è dovuta ad una riduzione della sintesi proteica muscolare (rigenerazione delle proteine) che nell’anziano si riduce del 30% rispetto al soggetto giovane. Inoltre aumenta il catabolismo proteico (degradazione delle proteine), soprattutto a causa della mancanza di attività fisica.

Da un punto di vista nutrizionale l’alimentazione in età geriatrica dovrebbe mettere attenzione all’introduzione di nutrienti quali proteine, calcio, vitamina D e B12. Gli ultimi studi ritengono inadeguato l’apporto giornaliero, solitamente raccomandato dalle linee guida, di 0,8 grammi per chilogrammo corporeo ritenendo che vada aumentato soprattutto nei soggetti sedentari. Anche l’apporto in carboidrati andrà adeguato in relazione alle opportunità di movimento per gestire al meglio eventuali oscillazioni ponderali.

In alcuni casi possono essere d’aiuto integratori e supplementi. Si è infatti dimostrata efficace l’assunzione di proteine in polvere immediatamente dopo il lavoro muscolare o l’utilizzo di supplementi a base di amminoacidi essenziali anche in assenza di esercizio fisico.

L’approccio più razionale da seguire per rallentare il decorso della sarcopenia è quello di abbinare un’adeguata alimentazione ad un regolare programma di esercizio fisico. Sarebbe bene abbinare l’esercizio aerobico (es. anche semplici camminate a passo sostenuto) all’esercizio di forza con dei piccoli carichi. Tuttavia al contrario di quanto scientificamente provato oggi l’esercizio di forza continua a riservare scarsa considerazione. E’ questo infatti l’allenamento più efficace per contrastare efficacemente la perdita di massa muscolare, agendo specificamente sulle fibre muscolari di tipo II e producendo risposte muscolari non ottenibili con gli allenamenti aerobici. Gli allenamenti di forza possono essere eseguiti in totale sicurezza se ben programmati da professionisti della salute. Programmi di allenamento con i pesi riducono di oltre il 30% il rischio di cadute modificando in maniera importante uno degli aspetti che maggiormente caratterizza il quadro di “fragilità” dell’anziano. E’ chiaro che questo tipo di allenamento pur essendo sicuro e scientificamente valido deve essere personalizzato nei soggetti portatori di patologie croniche come ad es. diabete e disfunzioni cardiovascolari fino ad essere controindicati in alcuni soggetti come ad esempio quelli che soffrono di angina instabile, aritmie, cardiopatia ipertrofica e alcune forme di retinopatia.

Quindi, come dicono gli inglesi, “use it or lose it”, usala o la perderai.

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Vulcano n° 84

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