Stelle e galassia – parte 4ª
di Marco Massa
Non hai letto le precedenti? Eccole! Parte 1a – Parte 2a – Parte 3a
Associazioni stellari OB
Con i termini “associazioni stellari OB” si intendono gruppi di stelle giovani, calde e di grande massa, di classe spettrale O e B, poste entro ristrette regioni dove emettono grandi quantità di luce ultravioletta che ionizzano il gas circostante.
Dette regioni, chiamate H II, sono costituite prevalentemente da nubi di gas idrogeno, ionizzato dalla radiazione ultravioletta delle giovani stelle. Queste associazioni di stelle OB sono ammassi stellari che si trovano principalmente nei bracci di spirale della nostra Galassia e provengono da nubi molecolari giganti dove le stelle si sono formate.
Sono stelle massicce, da 10 a 50 volte più pesanti del Sole con temperatura superficiale superiore a 20 mila gradi. Per vedere dal vivo alcune di queste stelle si può puntare il telescopio al centro della nebulosa di Orione, costellazione ben visibile a Sud nella stagione invernale.
La Nebulosa di Orione
La Nebulosa di Orione può essere individuata ad occhio nudo poco sotto la Cintura formata dalle famose tre stelle: Alnitak, Alnilam e Mintaka della ben nota costellazione di Orione. Per distinguere meglio la nebulosa occorre almeno un telescopio amatoriale e fotografarla (Vedi Foto n.1 realizzata con camera digitale Canon 350 d, 800 ISO, con tempi di posa vari, riprese con telescopio da 20 cm. di diametro, focale 200 cm. dalla mia postazione astronomica in agro di Siliqua). In essa si distinguono astri giovani e caldi, idrogeno gassoso in grande quantità e stelle neonate che espellono getti di materiale. La bella nube, nota anche come M 42, ha un diametro di circa 40 anni luce e dista 1.350 anni luce dalla Terra. Si trova nello stesso braccio a spirale della Via Lattea in cui risplende il nostro Sole. M.42 contiene una vasta regione centrale di colore celestino chiaro che ospita stelle bianco-azzurre calde e luminosissime. Ci si può chiedere come sia possibile fotografare correttamente queste stelle luminosissime e le zone esterne molto più scure della stessa nebulosa? Una sola fotografia non riesce a riprendere efficacemente oggetti con forti differenze di luminosità per cui occorre riprendere immagini con diversi tempi di posa: bassi per le stelle luminose ed elevati per le parti più deboli della nebulosa. Una volta scattate le varie immagini sarà compito della funzione HDR di Photoshop estrapolare le parti correttamente esposte e formare un’immagine unica ben esposta in tutti i suoi punti. Dall’esame e dagli studi fatti sulle caratteristiche di questa nebulosa, si può affermare che è forse la più famosa fra le nubi cosmiche.
In questa zona del cielo filamenti di oscura polvere e gas incandescente circondano stelle giovani e calde, ai margini di un’immensa nube molecolare. Molte delle strutture complesse e filamentose ben visibili in questa immagine sono in realtà create da onde d’urto, in cui materiale in movimento veloce si scontra con gas che si muove più lentamente nello spazio interstellare. Con i telescopi amatoriali difficilmente si riesce a risolvere le stelle più vicine fra di loro come il brillante ammasso aperto noto come Trapezio di Orione che nella foto da me ripresa appare come un’unica stella al centro della regione celestina chiara della nebulosa di Orione.
Il Trapezio di Orione
Come uno scrigno di pietre preziose, il cuore dell’ammasso del Trapezio si rivela nella Foto n.2 in questa strepitosa immagine ripresa dal telescopio spaziale Hubble, quella di quattro chiare stelle, dalla luce bianco-azzurra, a pochi secondi d’arco l’una dall’altra, formanti una specie di trapezio. Le stelle del Trapezio sono nate insieme in questa culla celeste, una regione in cui si formano nuove stelle, all’interno della Nebulosa di Orione. Il nome dell’ammasso stellare è dovuto all’asterismo formato dalle quattro stelle principali. Il Trapezio di Orione è una stella multipla le cui componenti sono nate da poco, forse un milione di anni, ma hanno già terminato la fase di contrazione gravitazionale ed ora emettono fiumi di energia.
È la luce ultravioletta di queste stelle che eccita e rende fluorescente la magnifica nebulosa di Orione e ne consente la visibilità a occhio nudo. Non vi è dubbio che le stelle del Trapezio hanno iniziato la loro vita, là dove ancora si trovano, per un processo di contrazione di polveri e gas contenute in gran quantità nella nebulosa che emerge in vicinanza del Trapezio. Si pensa che le stelle del Trapezio abbiano dapprima fatto parte di un globulo oscuro gigantesco di materia, frazionatosi poi in tante protostelle, grandi e piccole, che riscaldandosi per contrazione gravitazionale hanno cominciato ad emettere radiazioni termiche nell’infrarosso. Però, ci dicono gli astrofisici teorici, l’evoluzione delle protostelle dì grande massa è più rapida di quelle di piccola massa. Il corso evolutivo degli oggetti più massicci, come le stelle del Trapezio e le altre stelle OB del complesso di Orione, è stato quindi veloce.
Proseguendo la contrazione, queste stelle sono passate ad una fase stellare quando nel centro del nucleo si sono innescate le reazioni nucleari in grado di produrre immense quantità di energia. A questo punto la contrazione si arresta, essendo il peso degli strati periferici perfettamente controbilanciato dalla pressione dei gas più interni e dal fluire della radiazione, ossia dalla pressione della luce. Così, questi oggetti massicci hanno raggiunto la dignità di stelle in breve tempo e si presentano oggi come fulgidi astri di tipo OB. Grazie alla potenza del telescopio spaziale Hubble è stato possibile risolvere l’ammasso del trapezio e mettere in evidenza la magnificenza della parte centrale della splendida nebulosa di Orione!