Anche gli apicoltori asseminesi festeggiano la giornata mondiale delle api

Apicoltrici asseminesi

Il 20 maggio, giornata internazionale della api, ha regalato agli apicoltori sardi un po’ di acqua piovana in una stagione di magra per tutto il comparto.

Lo testimoniano imprenditori e appassionati che devono fare i conti con problematiche quali siccità e taglio indiscriminato di alberi, utilizzo eccessivo di pesticidi in agricoltura, patogeni animali e parassiti vegetali. Il tutto a discapito di quantità e qualità: «Rispetto agli anni Novanta – spiegano gli apicoltori Giampaolo Piras, 70 anni, e la moglie Olga Bert, di anni 68 – la produzione di miele di eucalipto, il più versatile e richiesto, in Campidano è diminuita di circa il 90%. Inoltre quest’anno si produrrà pochissimo miele di arancio, millefiori, cardo e sulla». Nel ‘92 hanno avviato la loro azienda ad Assemini, anche se già da tempo si dedicavano all’apicoltura per hobby: «Abbiamo trasmesso la passione ai figli e a nostra nipote. Lavorare nella natura è un privilegio di cui siamo grati. Per i giovani di oggi è difficile avviare un’attività di apicoltura perché la burocrazia è tanta».

Nonostante le difficoltà gli apicoltori locali si impegnano quotidianamente in un causa che ha tutto il sapore di una missione: preservare un insetto al quale il pianeta deve il 35% del cibo totale prodotto grazie al suo ruolo chiave nel processo di impollinazione.

Ne parla Anna Montisci, 53 anni, titolare dell’azienda apistica L’albero della vita: «Mio padre era apicoltore e mi ha trasmesso la passione per le api che producono un alimento con proprietà antibatteriche, antinfiammatorie ed emollienti». Per lei stare in mezzo alla natura è una terapia e l’importanza di preservarla si unisce a un impegno più ampio: «Ho aderito al Sartimieri Orphanage Project con il quale si aiutano i bambini dell’Uganda sostenendo la nascita di un apiario per il loro sostentamento». 

Chiude Flaminia Farci, 39 anni, apicoltrice che fa ceramica: «Bee.Flow è un progetto che si è evoluto negli anni. Sono una custode delle api e non una commerciante di miele. L’apiario rappresenta un mantra che fa da veicolo ai cinque sensi e ha una funzione rigenerante. Il miele arriva dopo. Osservo il fascino dell’alveare e focalizzo l’attenzione sulla sua organizzazione. La ceramica è uno strumento per portare il mio messaggio e ricordare che si deve prestare attenzione al mondo delle api, insetti intelligentissimi. Nelle ceramiche richiamo colori e linee ispirate all’apiario».

Le sue figlie sono state la sua ispirazione: «Mi occupo di laboratori itineranti e nelle scuole dell’infanzia e primarie di Assemini. Ne sono esempio Argillando e La merenda con l’apicoltrice. Il prossimo anno scolastico sarò presente al BeePark che si terrà all’interno del Parco di Molentargius. Lo scopo è educare e sensibilizzare i bambini alle tematiche ambientali tramite attività educative e ludiche».

 

Sara Saiu

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IVANO MELIS

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