Assemini. La classe 1959 ancora insieme per festeggiare i 100 anni di maestra Lina

 

 

 

di Sandro Bandu

 

Gli alunni della classe 1959 di Assemini, ancora insieme dopo 60 anni, per festeggiare la loro amata maestra Lina Pezzuoli, che il 14 aprile scorso ha festeggiato i suoi primi 100 anni.

 

Con la regia di Maria Assunta Locci, che ha inviato alla nostra redazione notizie e foto, si sono presentati in un numero nutrito al pranzo in un noto ristorante asseminese, anche se nel 1965, anno della prima elementare i bambini presenti in aula erano 34.

 

Nella foto: Doloretta Scalas, Raimonda Mattana, Francesco Pusceddu, Giampaolo Mameli, Paolo Scalas, Maria Marcella Frau, Vitalia Carboni, Rita Pani, Claudia Piras, Giuseppe Piano, Giorgio Sanna, Gigi Sanna, Silvana Mandis, Maria Ausilia Spiga, Maria Assunta Locci, Anna Onano, Rita Spina, Eulalia Pistis, Marinella Melis, maestra Lina Pezzzuoli, Luigi Spagnolo, Paolo Sanna, Sergio Manca, Angela Firinu, Maria Prisca Trudu, Mariella Pirastru, Francesco Murenu, Antonio Mattana, Antonio Meloni, Efisio Casula, Carmelo Piras, Paolino Arceri.

 

L’affetto e la stima per la maestra Lina non è mai scemato e gli ex alunni hanno raccontato con sorrisi e nostalgia i vari ricordi e aneddoti che hanno vissuto in quel periodo bello e spensierato.

 

 

Chiedo ad Assunta: “Certo che non è facile mantenere i contatti dopo tanto tempo, come ci siete riusciti?”.

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Ho sempre pensato a maestra Lina, perché davvero è stata un’insegnante che ha fatto molto per noi, e circa dieci anni fa ho scritto una lettera al figlio, il quale si è detto felice di fare da tramite e maestra Lina, ancora oggi in splendida forma, ha accolto con entusiasmo il nostro invito: da allora non ci siamo più persi di vista e ogni anno ci rincontriamo”.

Cosa vi rimane in particolare di maestra Lina?

Era una maestra affettuosa, buona ma autorevole, come tutti gli insegnanti di quei tempi. Però maestra Lina sapeva anche intrigarci: alla didattica alternava giochi e gare di ogni tipo nella scrittura e lettura: i più bravi venivano premiati con le caramelle. Però anche da parte nostra c’era un grande rispetto, quello che manca ai ragazzi di oggi che non vedono nella scuola e negli insegnanti una scuola che ti prepara dal punto di vista culturale ma soprattutto alla vita”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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