Carcere di Uta, i “detenuti modello” educano i cani randagi: è il primo esperimento in Italia

di Francesca Matta

Per la prima volta in Italia prende il via il percorso di recupero reciproco tra detenuti e cani randagi. Si chiama “Usciamo dalle gabbie” e si svolgerà nel carcere di Uta, in provincia di Cagliari. Il progetto, già praticato negli Stati Uniti, è stato finanziato dalla Regione Sardegna con circa 170 mila euro – inseriti nella legge finanziaria regionale sotto la spinta della consigliera Anna Maria Busia. 

I protagonisti sono una ventina di “detenuti modello” del penitenziario di Uta, che dovranno accudire h24 i cani randagi ospitati nei canili e nei rifugi. L’esperimento era già iniziato nel 2016, quando un gruppo di istruttori cinofili hanno guidato gli stessi detenuti nell’educazione dei cani. E i detenuti si son detti entusiasti.

Del resto, chi vive quotidianamente la realtà del carcere sa bene cosa significa sognare – e ottenere – l’inizio di un nuovo capitolo. Un riscatto personale, che vedrà un riconoscimento vero e proprio con la consegna di un attestato con qualifica. Così quando la pena verrà scontata, sarà possibile rimettersi in gioco e cercare lavoro come educatori cinofili.

D’altra parte, grazie ai corsi di formazione, i cani randagi verranno “recuperati” e potranno finalmente essere adottati. Un percorso di recupero reciproco, quindi, che premia entrambe le parti.

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