È ufficialmente iniziato il settennato di Sergio Mattarella

Il nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ufficialmente giurato sulla Costituzione, dando così avvio alla sua esperienza settennale al Quirinale.

In mattinata, il neopresidente ha pronunciato in Parlamento, riunito in seduta comune, il suo messaggio alla nazione. Ha ringraziato per prima cosa i suoi due predecessori Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. 
Poi è entrato subito nel vivo e ha dichiarato di voler rappresentare l’unità nazionale e difendere i principi costituzionali, “che non possono rischiare di essere intaccati dalla crisi”.

Il suo messaggio alla nazione è stato interrotto continuamente – ben 42 volte – dagli applausi dell’Aula, compresi quelli del M5S. Parola d’esordio: “Concittadini”. Parola chiave: speranza. L’augurio: avere un popolo più sicuro, un’Italia “più libera e solidale”. In trenta minuti esatti, Mattarella ha salutato gli stranieri presenti nel nostro Paese, ha sottolineato l’urgenza delle riforme, prima fra tutte la legge elettorale. E ha assicurato che sarà un “arbitro imparziale” a patto che i giocatori lo aiutino “con la loro correttezza”

Si è compiaciuto di avere di fronte un “Parlamento di giovani, portatori di nuove speranze”. Ha affermato che difendere la Costituzione vuol dire “garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna, in ambienti sicuri”. Standing ovation dell’Aula quando ha rammentato il valore della Resistenza e dell’antifascismo e della lotta alla mafia, nominando Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ha fatto appello alla pace e alla necessità di risposte globali contro il terrorismo internazionale, ricordando il sacrificio del piccolo Stefano Taché, ucciso in un attentato alla Sinagoga di Roma nel 1982. E ha rivolto un pensiero agli italiani rapiti, padre Paolo Dall’Oglio, Giovanni Lo Porto e Ignazio Scaravilli. Ha promesso il massimo impegno per portare a casa i due marò Salvatore Latorre e Massimiliano Girone. Ha citato il Papa e i suoi severi moniti contro i corrotti.

Il cerimoniale passo per passo. L’arrivo a Montecitorio. Mattarella,accompagnato dalla Segretaria generale della Camera dei deputati, Lucia Pagano, è partito sotto una fitta pioggia alle 9.30 dal palazzo della Consulta diretto a Palazzo Montecitorio con una Lancia Thema blu istituzionale, scortata dai Carabinieri in motocicletta. La partenza è stata segnalata dalla campana di Montecitorio, che ha suonato per tutto il tragitto. Il presidente è arrivato poco prima delle 10 alla Camera. Abito scuro e solita compostezza che lo contraddistingue, ha salutato gli uffici di presidenza di Camera e Senato, stringendo la mano a ogni singolo componente, prima di iniziare un colloquio con la presidente di Montecitorio Laura Boldrini e la vicepresidente di Palazzo Madama Valeria Fedeli.

Il presidente, accompagnato da Boldrini e  Fedeli, con le rispettive segretarie generali, Lucia Pagano ed Elisabetta Serafin, ha poi raggiunto l’Aula ed è salito sul banco della presidenza. Boldrini ha dichiarato aperta la seduta e ha inviato il Capo dello Stato a prestare giuramento a norma dell’art.91 della Costituzione.
Dell’avvenuto giuramento è stato dato annuncio dalla campana di Montecitorio e da 21 salve di artiglieria sparate dal cannone del Gianicolo. Il presidente della Repubblica ha poi rivolto il suo messaggio alla Nazione. 

L’omaggio al Milite Ignoto.
 Al termine della lettura del messaggio, Boldrini ha dichiarato chiusa la seduta. Nell’atrio un reparto di Corazzieri, in uniforme di gran gala, ha reso gli onori al nuovo presidente. La Cerimonia si è conclusa con l’esecuzione dell’Inno Nazionale. Il Capo dello Stato ha passato in rassegna il reparto d’onore schierato con bandiera e banda. Poi si è recato a piazza Venezia all’Altare della Patria, accompagnato dal premier Renzi, per rendere omaggio al Milite Ignoto con la deposizione di una corona di fiori, mentre il Monumento ai caduti di guerra è stato sorvolato dalle Frecce tricolori.

Nel frattempo la pioggia ha concesso una tregua e Mattarella è potuto salire assieme al premier a bordo dell’auto presidenziale, la storica Lancia Flaminia 335, decapottata per l’occasione. 
Scortato dai corazzieri a cavallo e dai motociclisti è giunto fino al Quirinale. Sul torrino del Colle è stato issato il Tricolore e il drappo presidenziale, ammainato il 14 gennaio scorso con le dimissioni anticipate di Napolitano. Mattarella è entrato nel cortile del palazzo dove ha ricevuto gli onori militari. 

La cerimonia di insediamento al Quirinale.
Poco dopo mezzogiorno, Napolitano, ha consegnato a Mattarella l’onorificienza di Cavaliere di Gran Croce e gli ha fatto indossare il Gran cordone, massima benemerenza della
Repubblica. La piccola cerimonia si è svolta nella sala degli Arazzi di Lille, antistante lo studio alla vetrata, alla presenza delle cariche costituzionali. Dopo li due si sono scambiati alcune frasi di auguri e incoraggiamento. Poi Napolitano ha lasciato il palazzo mentre Mattarella, preceduto da Boldrini, Grasso e Renzi, si è recato nel Salone dei Corazzieri, dove ad aspettarlo c’erano i rappresentanti di tutte le forze politiche per assistere al passaggio di consegne tra il presidente facente funzioni, Pietro Grasso, e il neoeletto Capo dello Stato. 

Nel suo breve discorso Grasso si è augurato che “il nuovo presidente sappia rispondere alla fiducia e alla speranza” che gli italiani ripongono in lui. E ha ricordato il giorno del suo primo incontro con Mattarella. Il Capo dello Stato ha ringraziato nuovamente il presidente del Senato e Napolitano. Poi ha salutato tutte le istituzioni – Boldrini, Renzi e Alessandro Criscuolo, presidente della Corte Costituzionale – e ha voluto ribadire il concetto portante del discorso pronunciato in Aula, ovvero l’esigenza di “recuperare il senso dell’unità del nostro Paese, per consentire ai nostri concittadini di sentirsi parte di una comunità”.

(da LaRepubblica.it del 3 febbraio 2015)

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