Gara poetica in onore di San Martino
Gino Girau: “Incoraggiando la promozione delle “Gare poetiche campidanesi” contribuiamo a salvaguardare le nostre tradizioni e la nostra cultura”
di Sandro Bandu
!["Gara poetica campidanese" in onore di San Martino](https://www.vulcanonotizie.it/wp-content/uploads/2017/11/gara-poetica-campidanese-San-Martino-Decimomannu-foto-Mare-2017-1024x570.jpg)
Domenica 19 novembre, presso l’auditorium del Policentro di Piazza De Gasperi, si è svolta la “Gara Poetica Campidanese” in onore di San Martino. L’evento organizzato dal comitato spontaneo “Lingua sarda Decimo”, capitanato dall’irriducibile Luigi Girau, noto Gino, è stato patrocinato dall’Assessorato Regionale alla Cultura, dal Comune di Decimomannu e ha visto la collaborazione della Consulta degli Anziani di Decimomannu. La gara poetica si è svolta su due temi e ha visto in scena i poeti improvvisatori Dolores Dentoni, Paola Dentoni, Marco Melis e Antonello Orrù, alla chitarra vi era Stefano Campus. Alla fine non vi è stato un vero vincitore: il pubblico ha tributato onore e merito in egual misura a tutti i contendenti.
!["Gara poetica campidanese" in onore di San Martino](https://www.vulcanonotizie.it/wp-content/uploads/2017/11/pubblico-gara-poetica-campidanese-San-Martino-Decimomannu-foto-Mare-2017-1024x768.jpg)
La pratica dell’improvvisazione in versi, realizzata nel corso di competizioni pubbliche fra poeti chiamate appunto “gare poetiche”, ha una lunga storia nell’Italia continentale e una diffusione relativamente ampia nell’area del centro-Italia, ed è una pratica che è tuttora viva in Sardegna, ma è seguita da un pubblico con un’età media avanzata e rischia di scomparire nei prossimi decenni.
Per analizzare il caso incontriamo Gino Girau, promotore della serata in onore di San Martino, che ci può dare una chiave di lettura e aiutare a capire questo fenomeno, e perchè le “gare poetiche sarde”, patrimonio delle nostre traduzioni e della nostra cultura, rischiano seriamente di scomparire. Mi reco nella sua abitazione e il signor Gino mi accompagna nel suo studiolo, dove grazie a un computer inserisce le registrazioni effettuate nelle varie serate tenutesi in tutta la nostra provincia, e, inoltre, tutte i vari spettacoli sono corredati dal prezioso “libretto” accuratamente curato dallo stesso Girau e catalogato paese per paese. Ormai la preziosa collezione conta oltre 200 libretti.
![Gino Girau (foto Mare)](https://www.vulcanonotizie.it/wp-content/uploads/2017/11/gara-poetica-campidanese-San-Martino-Gino-Girau-Decimomannu-foto-Mare-2017-857x1024.jpg)
Signor Girau, da quando si interessa di gare poetiche?
“Fin da piccolo, quando ancora ragazzo, lavoravo con mio padre nella sua piccola impresa edile; lo sentivo che canticchiava versi conosciuti nelle varie gare poetiche: da lì è partita la mia passione e non me ne sono più staccato”.
Secondo lei, perchè i giovani non si appassionano a questo genere di spettacolo?
“Secondo il mio modesto parere, il problema parte da lontano, quando le famiglie decisero, nei decenni scorsi, di abituare le nuove generazioni a parlare in casa solo l’italiano, trascurando la nostra lingua sarda”.
Come si potrebbe invertire questa tendenza?
“Non è facile, ma una parte importante la debbono giocare le istituzioni, incoraggiando seminari, dibattiti, e nelle stesse assemblee pubbliche usando la nostra lingua. Introdurre, per legge, lo studio del sardo nelle scuole, a partire da quella primaria. Senza tralasciare, poi, la promozione di serate come quella di oggi, spiegando e facendo conoscere i meccanismi delle gare poetiche. Purtroppo queste vanno perdendosi anche perchè i costi economici sono pesanti e ricadoni solo su pochi. Anche i vari comitati prefericono altri generi di spettacoli che raccolgono un pubblico più numeroso, trascurando le gare poetiche che invece rappresentano la nostra storia, tradizione e cultura”.
Vulcano n° 94