Il diciottesimo anno di Vulcano
di Sandro Bandu
5 dicembre 2013, una data importante per noi di Vulcano: è il nostro diciottesimo compleanno e per festeggiare un traguardo così importante abbiamo pensato di rinnovarci, presentandoci con una nuova copertina e con una nuova grafica.
Non possiamo fare di più per ciò che riguarda il cartaceo: è già un miracolo essere tornati nelle vostre case, ne abbiamo parlato ampiamente nel numero precedente, dove ci avete riaccolto con un bene augurante “era ora, ci siete mancati”.
Voglio essere sincero con voi: la mia paura era quella di sentire: “Cosa volete adesso? Siete spariti per otto mesi, bella serietà”.
Invece, ed è questo quello che speravo di sentire da voi, avete capito le nostre difficoltà e ci avete subissato di elogi, incoraggiandoci a riprendere da lì, da dove ci eravamo lasciati.
Intanto il nostro sito web, www.vulcanonews.it, sta andando molto bene ed è cliccatissimo: questo settore sarà sicuramente potenziato e migliorato e cercheremo di renderlo sempre più utile agli utenti che si collegheranno.
Nel sito, oltre ai consueti articoli, potrete trovare le notizie più importanti delle nostre amministrazioni comunali, mi riferisco alle varie comunicazioni spicciole, agli avvisi dei Consigli comunali, ai vari bandi, appalti e delibere. Tutto questo verrà testato e messo a punto nel mese prossimo.
In questo numero riprendiamo con le nostre inchieste. Sapete tutti che per ogni numero cerchiamo di approfondire e sviluppare l’argomento più attuale; e in questo periodo c’era poco da scegliere: quanti di voi si staranno preoccupando, dannando, indignando, arrabbiando (scegliete voi, in base al vostro stato d’animo, la parola più adatta) per il tema che va per la maggiore: la fastidiosa e odiosa tassa IMU, ICI, TARES, TRISE, TARI, TASI, TUC, IUC.
Dopo aver enunciato questa filastrocca che sa tanto di un simpatico scioglilingua, cerchiamo di capire questo complicato e tortuoso, e non ancora concluso, percorso della legge di Stabilità, l’ormai (quasi ex) IMU, l’Imposta municipale unica, che già aveva preso il posto dell’ICI (Imposta comunale sugli immobili), che stava per chiamarsi TRISE (Tributo sui servizi comunali), a sua volta divisa in TARI (Tassa sui rifiuti) e TASI (sui servizi indivisibili, che vanno dalla luce, all’arredo urbano agli stipendi della polizia municipale). Poi è comparsa nelle aule parlamentari la TUC, il Tributo Unico Comunale. Che sembra quasi il nome di un balletto, calza a pennello, della Raffaella Carrà.
E adesso nell’ultima versione si è trasformata nella IUC, l’Imposta Unica Comunale. Tutte queste sigle ormai sono sulla bocca di tutti, ma quanti di voi hanno veramente capito cosa rappresentano e come saranno recepite e messe in pratica dai nostri Comuni?
Una sola cosa è certa, il Governo può usare mille modi per chiamarla, ma l’obiettivo è solo uno: spillare i pochi soldi, ancora in saccoccia, a noi contribuenti.
Purtroppo, come sempre, quando vi è una l’introduzione di una nuova tassa, c’è sempre molta confusione, anche se nel web si trovano tante spiegazioni ed è uno degli argomenti più dibattuti dai naviganti. Anche perché gli stessi Comuni non hanno usato le stesse modalità e scadenze. Meglio fare un po’ di chiarezza dunque. In questi giorni si sono conclusi i pagamenti delle tasse TARES e Mini IMU; l’IMU rimane invece per gli immobili non classificabili come prima casa. Ciò che però sta per arrivare sono delle vere e proprie stangate.
I contribuenti sappiano che stanno per prendere delle mazzate incredibili con l’arrivo di questo triumvirato devastante, i già citati IUC, TARI E TASI.
Che cos’è la IUC? La IUC è il nuovo contributo che dovrà versare allo stato chi possiede soltanto una abitazione e vi è residente. Questa imposta dunque sostituisce l’IMU (o Mini-IMU che dir si voglia, un vero e proprio specchietto per le allodole durato pochissimo) e si dividerà per così dire in due sotto tasse, TARI E TASI.
Noi per questa inchiesta, da pagina 5 a pagina 16, abbiamo intervistato i vari sindaci, assessori e\o anche i capi settori dei vari Comuni per capire di più di questa materia, che come rompicapo non ha nulla da invidiare al cubo di Rubik. Speriamo, dopo la lettura di questo giornale, di avervi chiarito le idee, o almeno di non avervi complicato ancora di più la vita.
Vulcano n° 78