Intervista al Colonnello Cosimo De Luca, comandante della Base NATO di Decimomannu

 

di Sandro Bandu

 

Il Colonnello Cosimo De Luca, 49 anni, è il comandante del RSSTA (Reparto Sperimentale e di Standardizzazione Tiro Aereo) dell’aeroporto militare di Decimomannu dal 9 luglio del 2020 quando successe al Colonnello Maurizio De Angelis, pertanto, essendo già trascorso un biennio – il tempo massimo di permanenza per tutti i comandanti della base decimese -, è prossimo a essere trasferito in altra sede.

Il logo del RSSTA della base NATO di Decimomannu

Cogliamo, quindi, l’occasione per fare con lui un bilancio della sua esperienza nell’aeroporto decimese e per conoscere le nuove attività e i progetti futuri che verranno svolti in questa importante base militare.

Attualmente l’aeroporto di Decimomannu, come già detto sede del Reparto Sperimentale e di Standardizzazione Tiro Aereo, è un Reparto di addestramento che assicura il supporto tecnico logistico a tutti i reparti di volo dell’Aeronautica Militare, interforze e internazionali; è in grado di ospitare contemporaneamente numerosi aeromobili aerotattici, da trasporto ed elicotteri, disponendo di piste e piazzole di parcheggio idonee anche per i velivoli più grandi in linea. Il R.S.S.T.A. garantisce, inoltre, importanti servizi di cui beneficia anche la collettività locale: il servizio meteo di osservazione, il controllo di avvicinamento Radar del traffico aereo civile e militare operante nell’area centro-sud della Sardegna e la ricerca e il soccorso assicurato dall’80° Centro CSAR equipaggiato con elicotteri HH-212.

Arriviamo all’aeroporto con il mio collega Carlo Manca e il Colonnello Cosimo De Luca ci riceve con grande cordialità nel suo studio e da subito si instaura un ottimo clima.

Rompiamo subito gli indugi e partiamo.

Salve colonnello, penso conosca il nostro periodico Vulcano che abbraccia alcuni paese che sono ubicati intorno alla base militare che lei comanda. La prima domanda è questa: da quanto tempo è qui a Decimomannu e se vi era già stato prima di assumere il comando.

Io conoscevo già questa base perché da pilota venivo per addestrarmi con il Tornado, con il 150 ° gruppo di Gioia del Colle e con il 102° di Ghedi, ma per periodi limitati. Poi quando mi hanno detto che avrei preso il comando di una base che avevo spesso sorvolato, ma che ho vissuto per periodi brevi, ho realizzato un desiderio.

Quindi lei era stato qui quando l’attività di questo aeroporto era sicuramente più vivace.

Sì, in effetti prima vi era un’attività più intensa. Certamente negli anni ’80, quando vi erano gli inglesi, americani e tedeschi, l’attività era ai massimi livelli. Poi gradualmente queste forze sono andate vie, prima gli americani nel ’92, poi gli inglesi nel ’98 e infine i tedeschi nel 2016, e pertanto anche l’attività qui è progressivamente scemata. Adesso c’è un lieve cambio di tendenza, anche se non si arriverà più ai livelli degli anni ’80, anche perché le forme di volo sono cambiate, ma questa base potrà conoscere un nuovo splendore e una discreta importanza.

                                                                                                                               Peccato, perché questo aeroporto militare in passato ha avuto un’importanza strategica in Europa e una attività davvero notevole.

Sì, in effetti in alcuni anni questo aeroporto, in termini di movimenti per ora, era il più trafficato  d’Europa considerando tutti gli aeroporti civili e militari.                                                                                         

L’ingresso della base aerea di Decimomannu  ANSA/ GIUSEPPE UNGARI

Attualmente quindi qui vi sono solo gli italiani?

Sì, ci siamo solo noi italiani, anche se manteniamo lo status di Base NATO e la caratteristica multinazionale.

Che rapporto avete con i paesi limitrofi, mi riferisco a Decimomannu, Villasor, Decimoputzu, San Sperate e Villaspeciosa.

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