Intervista al sindaco di Villasor, Massimo Pinna, sulla pandemia SARS-COV-2

 

 

di Luigi Palmas

 

In base alle informazioni sulle conoscenze scientifiche i risultati dei tamponi fatti, positivi e negativi, sono attendibili?

Secondo me, di fronte a diverse scuole di pensiero che avanzano anche dei dubbi di risultati falsi positività o negativi, il tampone è attendibile.

Sono favorevole anche ai tamponi rapidi che però potrebbero dare, se negativi, una falsa sicurezza perché è solo un dato momentaneo e quindi si potrebbe pensare di allentare le protezioni della mascherina e della distanza interpersonale o di poter stare in assembramento, il che non può essere fatto. Non sono obbligatori e sono contrario al fatto che lo siano, però devono essere fatti tecnicamente bene.

Le metodiche tecniche e i risultati  però non sono riconosciuti come certi e attendibili da molti scienziati. Perché?

Ci sono diverse opinioni anche su questa materia e ciò ha creato e crea confusione e sfiducia nei cittadini. Ci dovrebbero essere delle metodiche e dei protocolli certi e certificati a livello internazionale. Ricordiamoci che la medicina non è una scienza ma un’ interpretazione di dati che si avvale delle scienze.

Le comunicazioni asfissianti degli organi di informazione di massa, i maggiori tv e giornali, che hanno ripetutamente trasmesso paura, hanno finora informato correttamente i cittadini?

Molti dati sono stati secretati dal Ministero della Salute e dal Presidente del Consiglio e quindi non si sono potute avere certezze, soprattutto sul numero reale dei posti letto per terapia intensiva e soprattutto sul numero dei morti solo per coronavirus e non anche per qualunque altra malattia.

Si sono spesso trasmessi dati non veritieri e gonfiati, come ha affermato il Presidente dell’ Istat Prof. Gian Carlo Blangiardo, trasmettendo panico tra i cittadini. Per troppo tempo non si è avuta consapevolezza sulla differenza vera tra asintomatici, sintomatici, positivi al tampone, malati  e malati gravi e terapie intensive. Si parla anche di intenzionalità ma non so se se ci sia stata effettiva responsabilità e di chi e per quali fini, palesi e no. Si vedrà.

Che cosa si poteva fare di meglio con la precaria situazione esistente del sistema sanitario nazionale?

Si poteva sicuramente avere uniformità di informazioni per la prevenzione, con cure preventive per potenziare il sistema immunitario dei cittadini, per utilizzare al meglio i farmaci esistenti. Molti farmaci non sono stati utilizzati, alcuni volutamente, per esempio quelli prodotti da cellule monoclonali, con terapie mirate, prima di ricorrere alle  terapie intensive.

Non dimentichiamoci che, seppur il nostro sistema sanitario nazionale sia riconosciuto tra i migliori al mondo, la situazione organizzativa, il numero degli ospedali, dei reparti specialistici, dei posti letto, degli operatori sanitari, medici e paramedici dentro gli ospedali e nella medicina territoriale sono da troppi anni gravemente insufficienti.

Siamo molto indietro a molti altri Stati, per esempio alla Germania, a causa dei tagli lineari dei governi degli ultimi decenni di oltre quaranta miliardi di euro. Il folle regime di austerità impostoci da chi ha approvato il pareggio di bilancio in Costituzione e le norme europee subite e accettate dai nostri governanti hanno prodotto una disastrosa situazione che tutti vediamo.

Le norme dei Dpcm hanno funzionato?

Alcune si, altre non credo funzionino bene o siano efficaci nel contrastare la diffusione del virus.

Secondo me sono efficaci le distanze interpersonali in tutti i luoghi, soprattutto dove ci possono essere molte persone.

Inefficaci, contradditorie e addirittura molto pericolose si sono dimostrate e sono ancora quelle che riguardano i trasporti pubblici, pullman, filobus, treni, aerei, grandi centri commerciali.

Gli orari di chiusura delle attività economiche e commerciali sono, invece che utili, catastroficamente dannose, non solo per l’economia ma in generale.

Assurde quelle dei teatri, dei cinema, dei musei, che potevano e possono essere regolamentati nel numero delle persone agli ingressi.

Le attività all’aria aperta, con tutte le precauzioni, dovevano e devono essere salvaguardate e incentivate, non proibite, soprattutto per le persone anziane, perché stare all’ aria aperta fa bene, dome dimostrano molti studi, per esempio quelli dell’organizzazione mondiale per la salute degli anziani, presieduta dal Dott. Roberto Pili, oncologo, nostro conterraneo.

Le mascherine sono utili? Funzionano bene?

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