Italia-Germania, la roulette dello ‘’Stadio Atzeca’’. A 45 anni dalla Partita del Secolo

Al termine di una mirabile successione di reti e di situazioni l’Italia di Valcareggi accede alla finale di Coppa del Mondo 1970: non accadeva dal 1938. Tutto il Paese, quarantacinque anni fa, conobbe le esaltazioni impensabili delle feste in strada e nelle piazze.

La formazione italiana in occasione di Italia-Germania 4-3

di Tonino Uscidda

Il 17 giugno 1970, allo stadio ‘’Atzeca’’ di Città del Messico, va in scena una tra le più grandi, ‘pazze,’ disfide calcistiche che la storia dei mondiali di calcio ricordi. Quel mercoledì pomeriggio, oltre centomila spettatori gremivano lo splendido stadio della capitale messicana per la semifinale europea (l’altra, sudamericana, opponeva a Guadalajara Brasile e Uruguay).

Il catino ribollente era tutto per capitan Beckenbauer e compagni: i bianconeri della Germania ovest, padroni di un gioco più aperto e spettacolare e freschi autori dell’eliminazione dell’’odiata’’ Inghilterra campione del mondo uscente. Gli azzurri del commissario tecnico toscano Ferruccio Valcareggi si erano invece macchiati, qualche giorno prima, della colpa di estromettere nei quarti di finale (4-1) i rossi verdi messicani. Pertanto pollice verso dalle gradinate all’indirizzo della nazionale italiana.

La squadra tedesca poteva vantare l’attacco più prolifico del mondiale con 13 gol realizzati in quattro partite, mentre l’Italia aveva una delle migliori difese avendo subito un solo gol in sei ore di gioco.
La Nazionale azzurra si schierò in campo con: Albertosi (Cagliari); Burnich (Inter); Facchetti (Inter); Bertini (Inter); Rosato (Milan); Cera (Cagliari); Domenghini (Cagliari); Mazzola (Inter); Boninsegna (Inter); De Sisti (Fiorentina); Riva (Cagliari); la Germania con: Maier; Vogth; Patzke; Beckenbauer; Schulz; Schnellinger; Grabowski; Seeler; Mϋller; Overath; Löhr.

All’inizio le due squadre sembrano studiarsi come due pugili che abbiano incominciato da poco il combattimento ma, all’8° minuto, improvvisa, la rete italiana ad opera di Boninsegna che, dopo aver superato due difensori, batte Maier dal limite dell’area. A quel punto la partita si vivacizza con i tedeschi che premono e gli italiani che si affidano al contropiede; nella fase finale del primo tempo i bianchi costringono gli azzurri ad una difesa affannosa. Soltanto al 42° l’Italia riesce a rendersi pericolosa con Riva, bomber mancino del Cagliari fresco di scudetto, ma il suo tiro è deviato in angolo; un minuto dopo lo stesso attaccante sferra un poderoso sinistro che esce di poco al lato.

All’inizio della ripresa Valcareggi si rifugia ancora una volta nella indolore scappatoia della staffetta, con Gianni Rivera che sostituisce Sandro Mazzola. Con il milanista (più portato all’impostazione offensiva) il centrocampo filtra meno e la Germania si rovescia tutta avanti. Su un tiro di Overath la traversa salva Albertosi che poi compie due miracolose parate mentre Rosato ferma un pallone sulla linea (!) E’ una resistenza eroica e disperata quella di capitan Facchetti & Co. In contropiede Rivera ha l’opportunità del due a zero che spreca. Forse in campo e fuori si rimpiange la più sostanziosa concretezza di Mazzola, che aveva giocato un primo tempo esemplare. Helmut Schön, l’allenatore tedesco, butta dentro altri due attaccanti: Held e Libuda. Da quel momento i bianchi attaccano con cinque uomini schierati. Il pubblico messicano (sic) ne sostiene lo slancio. Beckenbauer piomba a terra dopo un contrasto con Mazzola riportando la frattura della clavicola, ma resta stoicamente sul terreno di gioco correndo con il braccio al collo. Al 90°, sull’ultima palla vagante davanti ad Albertosi, Schnellinger – difensore centrale del Milan! – mette a segno con una acrobatica spaccata su un cross in area. Per ironia della sorte si tratta, ndr, del primo gol in assoluto di Karl Heinz, dopo cinquanta partite in nazionale.

Tutto da rifare.

Tempi supplementari: la squadra italiana perde subito Rosato, sostituito da Poletti (Torino) che subito pasticcia su un rinvio aereo, propiziando l’ennesima «rapina» del capocannoniere Mϋller: 2-1.
Finita? Macchè.
Gli azzurri reagiscono immediatamente e dopo quattro minuti ottengono il pareggio con Tarcisio Burnich che realizza (su un calcio di punizione sciabolato da Domenghini) un incredibile rete, uscendo dal suo guscio difensivo. I capovolgimenti di fonte sono continui le emozioni violentissime, il pubblico, con tutta probabilità sta assistendo alla più bella partita di tutta la storia dei mondiali di calcio.

A quel punto saltano tutti i meccanismi di gioco e le marcature, con i ventidue contendenti a giocarsi tutto com’è nelle proprie possibilità e capacità. Insomma calcio vero senza inutili tatticismi e assilli di vincere a tutti i costi. Al 13° minuto del primo tempo supplementare è la volta di Riva che in velocità, su passaggio di ‘’Domingo’’ (Domenghini), si libera di un avversario e con un secco angolato rasoterra angolato alla sua maniera fa.. secco il numero uno tedesco: ‘’Riva rete!!’’, urla il mai dimenticato radiocronista Rai Enrico Ameri: Italia 3, Germania 2.

«Pensavo – dirà Gigi Riva – che quello fosse stato il gol decisivo perché ormai eravamo nei supplementari; Riportare la squadra in vantaggio di 3 a 2 poteva essere il risultato definitivo..». Già, sembrava ormai fatta per gli azzurri invece, al 5° minuto del secondo tempo supplementare, Mϋller, ancora lui, infila il 3 a 3 ristabilendo le sorti dell’incontro: un tiro che Rivera, ben appostato sulla linea di porta, non riuscì a ribattere. Duramente – e platealmente – rimproverato dal portiere azzurro, Rivera si catapulta in avanti in cerca di riscatto e poco meno di un minuto dopo è una sua straordinaria rete omicida – su illuminato passaggio filtrante di Boninsegna – che spiazza e inginocchia Maier per il definitivo 4 a 3.

La Gazzetta dello Sport dopo Italia-Germania 4-3Gli azzurri al fischio finale dell’arbitro messicano (!) Yamasaki si abbracciano ebri di gioia (cosi come i 5000 tifosi italiani presenti sugli spalti nemici dell’’Atzeca’’) mentre in Italia sono una infinità coloro che scendono in strada per festeggiare il grande successo. Le vie e le piazze di paesi e città sono invase improvvisamente in piena notte (come per la storica vittoria della Coppa Europa nel 1968) da una moltitudine di veicoli imbandierati.

Quella splendida indimenticabile partita è ricordata allo stadio di Città del Messico da una targa: «Qui il 17 giugno 1970 si giocò la partita Italia-Germania Occidentale del 9° Campionato del Mondo». Un irripetibile , emozionante, incontro di calcio che entrò quel giorno dritto nella storia.

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