Lello Esposito, fuoriclasse del basket e dei malloreddus
Quando a Decimomannu incontri Lello Esposito, sempre gioviale e allegro, ti vengono subito in mente due immagini: i canestri del basket e i malloreddus.
Quest’uomo di origini campane è un vero mago nel cucinare la pasta tipica della nostra regione; lo ritrovi in tutte le sagre culinarie del nostro paese intento a cuocere chili di malloreddus conditi con sugo di pomodoro. Poi vi è l’aspetto sportivo, ma a quello arriveremo tra un po’.
Raffaele Esposito, per tutti Lello, ha 73 anni, è nato ad Aversa (Caserta) ed è residente a Decimomannu dal 1974, anno in cui sposò la sua Graziella, conosciuta qualche anno prima e dalla quale avrà due figli maschi, Alessio e Roberto.
Adesso si gode la meritata pensione dopo una lunga carriera nella Polizia di Stato.
Da giovanissimo, all’età di 18 anni, si arruola in Polizia e dopo il corso viene inviato per tre anni a Milano. Successivamente, nel 1969, viene trasferito a Cagliari e da qui non si sposterà più.
Ormai sei un decimese a tutti gli effetti. Qual è stata la tua prima impressione quando sei arrivato a Decimomannu?
Quella di un paese molto tranquillo, ma forse “curiosone”. Quando passeggiavo mano nella mano con la mia ragazza, la mia futura moglie, notavamo che qualche persona ci scrutava dalle finestre. Forse volevano vedere se ci baciavamo: una cosa scandalosa in quel periodo. Ma questo non scriverlo, mi raccomando.
Tranquillo Lello, non lo scriverò!
Qui a Decimo sei l’uomo più conosciuto per quanto riguarda il basket. Hai allevato intere generazioni di ragazzi, sei orgoglioso di questo?
Sì, mi fa estremamente piacere perché i ragazzi mi salutano sempre in modo affettuoso e caloroso: evidentemente, oltre alle conoscenze cestistiche, ho trasmesso il sentimento dell’amicizia. Cosa molto importante per me.
Come è nata la passione per questo sport?
Ho amato questo sport sin da ragazzo. Mossi i primi passi nella palestra scolastica di Caserta, città nella quale ho vinto il titolo regionale Allievi con la “Juve Caserta”. Poi mi arruolai giovanissimo in Polizia e smisi di giocare.
Quindi la passione è riesplosa a Decimo?
Sì, qualche anno dopo il mio matrimonio. Negli anni ’80 io, Elio Sanna, Enrico Mameli, Tonino Tidu, Tore Fiori, Lelio Sanna e altri fondammo la prima società di basket decimese che si chiamava “Polisportiva Basket Decimo”; l’allenatore era il grande Bernardo Franzini.
Poi cosa successe?
Nell’84 la “Polisportiva Basket Decimo” si sciolse e insieme a Renzo Murenu, Dante Tidu ed altri fondammo l’”Iride 84”, una bella società che nacque dal niente. Andammo casa per casa per reclutare i giovani giocatori; avevamo tutte le categorie, dai più piccoli sino alla Juniores, per un totale di 120 giocatori. Vincemmo una grande scommessa.
Quando sei diventato allenatore?
Nel biennio 1984-85 andai con Bernardo Franzini a Grado (Gorizia) e a Salsomaggiore Terme per i corsi utili a conseguire il patentino di allenatore. Purtroppo in Sardegna i corsi non si effettuavano tutti gli anni e per cause di forza maggiore siamo dovuti “espatriare” in continente.
Da allora hai sempre allenato a Decimo?
Sì, eccetto una breve parentesi ad Assemini, negli anni ’90.
Hai avuto l’onore di allenare anche tante ragazze. Quali erano le più brave?
Tante, tantissime, ma forse le più brave erano Rita D’Urbano, alla quale è stata intitolato con merito il Palazzetto dello Sport, Daniela Peresson, Simona e Daniela Murenu, Luisa Trotta, Marcella Aru, Silvia Tidu e Susanna Putzu.
Tra i maschietti?
Togliendo il fuoriclasse Gianni D’Urbano, penso che la generazione più forte sia stata quella della classe 1965-66 dove emergevano Fabrizio Foddai, Stefano Murenu, Edoardo Cadau, Osvaldo Camedda, Marco Fazio, Pierpaolo Murenu, Livio Murenu, Roberto Magrin. Ma vi sono stati anche altri ragazzi decimesi che hanno dato tanto al basket del nostro paese e mi riferisco ai fratelli Saiu, Alessio Pintus e tanti altri. Mi scuso con quelli che non cito, ma sono veramente tanti.
Attualmente vi sono dei bravi giocatori di basket a Decimo?
Sì, certamente. Oggi i migliori sono Passaretti, Davide Melis, Federico e Andrea Pintus. Ma io non alleno più a Decimo.
A proposito, come mai il basket decimese si è dimenticato di Lello Esposito?
Non voglio accendere nessuna polemica, ma con amarezza debbo constatare che qualcuno mi ritiene superato e vecchio. Io penso di avere ancora tanto da dare e da trasmettere. Oggi alleno a San Sperate e mi rattrista vedere che Decimomannu non è rappresentato nel campionato di Promozione. C’è solo il minibasket, speriamo che da qui riparta il grande basket anche a Decimomannu: questo sport non può sparire dal nostro paese.
Sandro Bandu