Libero arbitrio tra mito, leggenda e falsità teologiche

di Sara Saiu

La scelta della pillola, momento chiave della vicenda di Neo – Matrix (1999)

 

Tema assai delicato e controverso quello di oggi, ad appena due giorni dal santo Natale. Forse l’aria di festa mi dà un po’ alla testa, ma gli interrogativi mistici riaffiorano ogni anno in questo periodo. Sono passati poco più di duemila anni dalla nascita di Gesù Cristo, per alcuni personaggio realmente esistito come dimostrerebbero alcune fonti documentali, per altri frutto della fantasia dei tempi. Sta di fatto che a distanza di due millenni la nostra società è basata su un’impronta prepotentemente cattolica.

Se vogliamo restare fedeli all’azienda diretta dal santo padre meglio non indagare e affidarci a ciò che ci ci viene insegnato. Ma i testi sui quali il cattolicesimo si fonda e sulla base dei quali si parla spesso ci raccontano cose un po’ diverse. Vien difficile, veramente difficile, studiare la storia, l’arte, l’iconografia, l’iconologia, e non essere sopraffatti da una miriade di quesiti. C’è materiale per scrivere un compendio in merito, e qualcuno lo ha già fatto, sulla sterminata quantità di simboli cristiano cattolici ripresi tali e quali dalle precedenti culture. Miti e leggende classiche le ritroviamo con altre parole nel nuovo testamento, permeate della stessa capacità persuasiva con un tocco di dogmatismo in più.

Senza alcun spirito critico ci facciamo addomesticare con la catechizzazione prima, con la pratica cristiana poi. E non ci fermiamo a riflettere, chiniamo la testa e ci affidiamo a parole confortanti che sono quelle delle prediche domenicali, ad ambienti accoglienti come quelli delle architetture religiose, alle falsità teologiche sulle quali ci adagiamo per sentirci a posto con noi stessi. La cultura cattolica è importante, trasmette principi solidi e positivi come tutte le altre religioni, ci ha concesso di avere un patrimonio culturale tra i più imponenti al mondo e la chiesa – tralasciando l’aver fatto strage di innocenti nelle tante battaglie da essa capitanate – ha anche trasmesso ai posteri la cultura con la scrittura amanuense e con la sapienza sterminata dei monaci. Questo non ci esime dal riflettere, da essere parte attiva del pensiero e dall’adagiarsi su ciò che ci viene predicato.

I messaggi positivi e l’invito ad allontanarsi dalla materialità per riprendere il contatto con il sublime, con l’essenziale, sono concetti propri di ogni cultura e come predicano i saggi sono percorsi individuali che ognuno ad un certo momento della propria vita sente il bisogno di intraprendere. 

Lo scopo primo di ogni cristiano dovrebbe essere l’evoluzione morale che aspira infine alla santificazione, così come l’insegnamento di ogni maestro sufi o indù è quello di aspirare alla comunione con il trascendente. Anche la tradizione animistica e non ultima la religiosità antica diffusa in Sardegna prima, durante e dopo la diffusione del cristianesimo ci invitano a lavorare su noi stessi e ritrovare giorno dopo giorno un rapporto più intimo con le bellezze del creato. Sviluppare nuovi occhi e trovare il tempo per apprezzare ogni giorno le meraviglie di cui siamo circondati, potremmo iniziare da qui.

  

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