Movimento: il “farmaco” più efficace

di Simone Naitana

Già Ippocrate nel lontano 400 a.C. si era reso conto di quanto importante fosse modificare lo stile di vita da sedentario ad attivo. Egli scriveva: “tutte le parti del corpo che hanno una funzione propria, se adoperate con moderazione ed esercitate a compiere gli sforzi, per i quali ognuna è predisposta, diventano forti, ben sviluppate ed invecchiano lentamente. Invece, se non vengono usate e sono lasciate in ozio diventano preda di malanni, si sviluppano male ed invecchiano precocemente”.
Se già allora il movimento veniva indicato come strumento efficace per contrastare gli inevitabili danni dovuti alla sedentarietà, possiamo immaginare quanto potrebbe essere utile oggi all’uomo del duemila riappropriarsi di quel movimento che l’eccesso di tecnologia, la mancanza di consapevolezza e l’atteggiamento dormiente nei confronti del proprio stile di vita gli hanno sottratto.
La società moderna prepara il terreno sul quale cresce questa nostra nuova condizione che ci fa assomigliare sempre di più ad animali da allevamento intensivo. E’ anche vero che la società si limita a gettare le basi per questa condizione ma siamo noi ad accettare tutto questo. Siamo noi che accettiamo e spesso subiamo qualsiasi regola imposta dall’esterno ed è chiaro che solo da noi può iniziare il cambiamento. Siamo noi che dovremmo renderci disponibili al cambiamento. Certo non è facile. Modificare le nostre abitudini è una delle imprese più difficili da affrontare, ma si può fare. Esiste un solo modo di modificare una propria abitudine: sostituirla con un’altra. L’aspetto più importante è iniziare, che spesso può voler dire fare la cosa più difficile, in controtendenza con quello che tutti noi siamo più abituati a fare ossia la cosa più facile, perché questa richiede un minor dispendio di energie. La difficoltà più grossa sta proprio nell’iniziare a far qualcosa, nell’iniziare un cambiamento.  Per cambiare è necessario anche un po’ di coraggio, per cambiare è senz’altro indispensabile la motivazione.  Beh stare meglio e guadagnare benessere psicofisico credo che siano una buona motivazione per iniziare.
Vorrei sottolineare un aspetto importante. Quando si parla di sedentarietà non si intende precisamente la mancanza di attività sportiva intesa come attività formale, anche perché ci potrebbero essere delle persone a cui lo sport non piace e non vedo perché dover costringere degli esseri umani a fare un’attività che a loro non interessa, bensì la mancanza di quel movimento al quale quotidianamente rinunciamo a causa delle nostre radicate abitudini e alle regole imposte dall’esterno alle quali spesso in maniera inconsapevole aderiamo senza batter ciglio. Il primo obiettivo è quello di rompere la sedentarietà, diventare più attivi. Se a questo poi riusciamo ad aggiungere anche un’attività sportiva vera e propria ancora meglio, sarà il massimo dei risultati.
In che modo possiamo rompere la nostra sedentarietà per diventare più attivi? Sfruttando le opportunità che la nostra giornata ci offre per muoverci di più.  Spesso non vediamo queste opportunità accecati dalle abitudini e dal torpore cronico, ma ci sono. Potranno anche esserci delle giornate in cui a causa dei troppi impegni quelle opportunità non si sono presentate, è possibile, ma saranno delle giornate eccezionali.  Nella maggior parte dei casi queste opportunità ci sono, dobbiamo semplicemente imparare a notarle e sfruttarle.
Farò qui solo alcuni esempi, i più classici. Quante persone usano quotidianamente l’ascensore? Tra queste ce ne saranno alcune che non ne possono fare a meno a causa ad esempio di una menomazione fisica, ma quante altre invece lo prendono solo per abitudine, inconsapevoli del fatto che in quel momento stanno rinunciando ad una opportunità di movimento che la giornata gli ha offerto? Fare due o tre rampe di scale in più sembrerebbe poco ma se lo moltiplichiamo per le volte che lo facciamo nel resto della giornata e poi per i giorni dell’anno diventa una quantità di movimento già più importante. Comunque è quel po’ di movimento in più che sommato ad altre tipologie di movimento fatte in altre parti della nostra giornata ci permette pian piano di diventare sempre più attivi. Altri esempi facili da mettere in pratica sono quelli di rinunciare alla propria automobile e agli altri mezzi di trasporto, là dove è possibile, per raggiungere le proprie mete a piedi. Ad esempio si potrebbe andare a lavoro a piedi o se il posto di lavoro è molto lontano parcheggiare l’auto a distanza in modo da permetterci di fare almeno quei venti minuti di camminata che poi valgono doppio se consideriamo anche il ritorno. Molto spesso al supermercato tendiamo a parcheggiare l’automobile il più possibile vicino all’ingresso, addirittura in seconda fila pur di non andare a cinquanta metri di distanza dove ci aspettano tanti parcheggi tristi e solitari perché mai utilizzati. Se in quel momento qualcuno ci chiedesse il perché di tutto questo non gli sapremo neanche dare una risposta. Perché è semplicemente una nostra abitudine, che non riusciamo più neanche a criticare. In quel momento la nostra capacità critica e riflessiva sta dormendo. Teniamo presente però che questa capacità è quella che differenzia l’essere umano dall’animale e abbiamo perso l’abitudine ad utilizzarla.
Come dicevo questi sono solo alcuni esempi di opportunità che la nostra giornata ci offre per diventare più attivi, ma ne esistono tantissimi altri. Per aiutarvi ad oggettivare il vostro movimento potete prendere in considerazione la teoria giapponese dei diecimila passi aiutandovi inizialmente con un semplice podometro o contapassi. Considerate che un sedentario medio compie tra i tremila e i cinquemila passi al giorno e il minimo indispensabile per poter dire di essere un po’ più attivi sono i diecimila passi giornalieri. Una persona che per lavoro rimane seduta dieci ore al giorno davanti al computer e che poi va in palestra a fare il suo allenamento tre volte alla settimana è una persona sedentaria o attiva? E’ una persona sedentaria. Chiaramente gioca a suo favore quell’ora di attività che lo rende più attivo di un suo collega che ha lo stesso stile di vita ma che non si concede neanche quello. Quindi il primo step è rompere la sedentarietà. Poi se grazie anche ad una maggiore cultura dello sport, al momento assente, si riuscisse ad essere ancora più attivi credo che la nostra cara testa e il nostro caro corpo ci ringrazierebbero infinitamente. Ricordiamo sempre che il movimento e l’attività fisica servono non solo per aiutarci a contrastare sovrappeso e obesità ma il beneficio è molto più importante perché a giovarne saranno tutte le nostre funzioni vitali, tutti i nostri organi e apparati, la nostra testa e quindi la nostra qualità di vita. E se questi sono i benefici di cui potrà trarre vantaggio il soggetto fisiologicamente sano, ancor di più potrà trarne vantaggio il soggetto patologico.  Pensate all’individuo con problematiche cardiovascolari che può ridurre in maniera importante il rischio di un nuovo infarto o di un nuovo ictus. Pensate al diabetico che può concretamente migliorare la propria qualità e le proprie aspettative di vita. Esistono ormai diversi studi che dimostrano come l’attività fisica nell’individuo con problematiche di tipo psichico e neurologico, in certi casi, può essere paragonabile all’efficacia del farmaco, o associato al farmaco ne potenzia il beneficio. Certo è che l’attività fisica non ha gli effetti collaterali propri del farmaco. Allo stesso modo molti dati in letteratura dimostrano come l’esercizio fisico costante riduca notevolmente il bisogno di utilizzare tanti farmaci con un risvolto importante sia per l’individuo che per la società.
Insomma Madre Natura ci ha fornito uno strumento molto efficace per aiutarci a mantenere il nostro equilibrio e benessere psicofisico, il movimento. Tra l’altro è anche uno strumento gratuito e piacevole. E’ lì alla portata di tutti, non ci resta altro da fare che iniziare ad utilizzarlo.

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Vulcano n° 80

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