A tutto VeloX! Leonardo Nioi, giovane Youtuber asseminese si racconta: Oggi Youtube, domani chissà…

Leonardo Nioi, in arte VeloX

Classe 1995, Leonardo Noi, alias VeloX, è il miglior giocatore italiano di “Call of Duty” con decine di record battuti, guide e gameplay spettacolari. Sono 350 mila gli iscritti al suo canale Youtube e i suoi video hanno una media di 60 mila visualizzazioni: una visibilità e un successo del tutto meritati.

Come sei entrato nel mondo del competitive gaming e quando hai deciso di fare di questa tua passione un lavoro?
Intanto un chiarimento: io non lavoro nel competive gaming che è un’altra cosa. Io lavoro su Youtube, nell’intrattenimento. Parallelamente, da qualche mese e dopo una pausa di due anni, gioco anche a livello competitivo. Avevo già giocato per molti anni, ma il mio lavoro non è quello. Per quanto riguarda la mia decisione di fare di questo un lavoro, in realtà non l’ho mai deciso! Essendo una cosa che capita casualmente non puoi deciderla, tu agisci, ti ci impegni e poi i risultati arrivano autonomamente. Quando ti rendi conto che i risultati sono grossi e ti permettono di poterne fare un lavoro – se così vogliamo definirlo – inizi a considerarlo tale. Ma non c’è un giorno un cui decidi di lavorare su Youtube, anche perché non puoi farlo: non è che decidi e lo fai! Devi avere una dose di fortuna perché i fattori sono davvero casuali.

Perché fra tanti giochi sul mercato hai scelto di dedicarti proprio a “Call of Duty”?
Perché ancora prima di realizzare i video era il gioco a cui giocavo maggiormente e, dopo vari anni di gioco, totalmente amatoriale e solo per divertimento, ho deciso di iniziare a fare dei video su Youtube e tutto ciò che ne consegue. Quindi è stata una scelta data semplicemente dal fatto che era l’unico gioco a cui giocavo e che mi piaceva realmente; poi quando ho iniziato Call of Duty andava veramente fortissimo. È stata una scelta davvero azzeccata.

Passione e divertimento immagino siano fondamentali, ma tu avevi anche un’altra aspirazione, volevi dedicarti alla produzione musicale digitale: che cosa ti ha fatto desistere?
In realtà non ho mai abbandonato la produzione musicale, ho sempre portato avanti questa passione. Due anni fa, nel momento in cui poi ho iniziato a lavorare su Youtube, mi sono trovato a dover scegliere: o portare avanti Youtube o dedicarmi interamente alla produzione digitale alla quale mi stavo dedicando davvero un sacco. Però sono stato costretto a scegliere e, al momento, la cosa che mi dava più prospettive era senza dubbio Youtube. Per quanto riguarda la produzione musicale c’era stata sì una crescita personale, stavo migliorando, ma non c’era una grande risposta da parte del pubblico. Al contrario, su Youtube stavo cominciando ad avere grossi numeri e allora, trovandomi davanti a questo bivio, ho scelto di seguire la passione che mi stava dando più risultati. Mi piacevano entrambe allo stesso modo, quindi non è stata una scelta che mi ha causato un dispiacere. E comunque continuo a “giochicchiare” con la produzione musicale.

L’articolo de Il Giornale firmato da Massimiliano Parente in alcuni passaggi non manda un’immagine molto positiva di te a partire dal titolo: pensi davvero che studiare non serva?
È solo il titolo in realtà che manda un messaggio negativo e tra l’altro non l’ha scelto l’autore: è un titolo ingannevole scelto per accaparrare un po’ di lettori e spingerli a leggere un articolo che sembrava provocatorio ma che in realtà non lo era. Nel corso dell’intervista non ho mai detto che non serve studiare, io ho semplicemente smesso di farlo per una scelta personale e non perché ritenessi inutile il percorso universitario. Semplicemente non mi andava di farlo, non mi rendeva felice, nonostante sia consapevole che sia la scelta più saggia e che consiglio a tutti di fare. Tra l’altro, in assenza di un’alternativa veramente valida, uno perché dovrebbe smettere di studiare? Quindi no, studia e vai avanti. Ripeto è stato solo un titolo che cercava scalpore: non sono certo contro l’istruzione, anzi consiglio a tutti di studiare il più possibile perché tutto servirà in futuro.

Non so se hai letto i commenti a quell’articolo. Ne ho trovato uno interessante che dice “siamo un popolo di spettatori, non sarebbe più divertente e anche più logico giocare anziché guardare un’altra persona che gioca”? Qual è il tuo commento a riguardo?
Questo commento è la prova di quanto l’Italia sia arretrata, a livello paleolitico, per quanto riguarda i video games e tutto ciò che è nuova tecnologia. Per me non ha un senso! È come se io dicessi: perché guardi una partita di calcio, gioca tu! No? E potrei elencare tutti gli sport, o qualsiasi altra forma di intrattenimento. Chi guarda qualcuno che gioca lo fa perché quel qualcuno è probabilmente più bravo di lui, o comunque ha un modo di giocare che trova interessante o che lo intrattiene. Trovo davvero incredibile questo commento.

Cosa ti dà e cosa ti toglie (se ti toglie qualcosa) questo tuo lavoro nel web e la popolarità che ne deriva?
A livello di impegni, al di là di ciò che si crede, è un lavoro che impegna molto se lo fai in maniera seria. Devi essere “capo di te stesso” che non è solo un vantaggio, ma può risultare anche pesante rispetto ad un altro lavoro che magari ti porta a fare le tue otto ore giornaliere, al di fuori delle quali poi fai quello che vuoi. Qui sei in autogestione, non hai orari, fai quello che devi e basta. Un giorno può trattarsi di due ore, un altro dalla mattina alla notte. Non sempre le partite vengono bene e questo ti porta a perdere molto tempo e ti rende anche frustrato o comunque stressato. Se non vuoi far saltare la tua scaletta settimanale lo fai e basta: io non salto un video da due anni e mezzo. Non accetto l’idea di saltare un giorno.

Che progetti hai per il futuro? Pensi di poterti dedicare ancora a lungo a questo, magari reinventandoti di volta in volta, ma comunque continuando a lavorare in rete?
Il progetto di base è quello di continuare fino a quando avrò voglia. Trattandosi di un lavoro basato sull’intrattenimento, nel momento in cui non ti diverti più non sei nemmeno più capace di intrattenere. Questo è il bello di Youtube secondo me: o sei un grande attore, o se ti sei stancato la gente lo capisce e smette di seguirti. Perciò ti dico, finché avrò voglia continuerò. E soprattutto fino a quando qualcuno mi vorrà seguire! Posso continuare fino a 40 anni o stancarmi tra sei mesi, tutto può succedere. Il mio piano è anche quello di sfruttare le conoscenze acquisite in questi anni, perché ci sono per quanto possa sembrare strano. Per esempio l’editing video, la grafica…anche sapersi rapportare con le figure professionali con cui hai a che fare ogni giorno. Tutte cose acquisite nel percorso e che poi puoi approfondire. Questo non significa che domani divento un grafico, ma parto da quanto ho imparato. Ricordiamoci poi che è un percorso che ti mette in mostra, quindi riesci ad avere un bel po’ di contatti e qualcuno potrebbe anche volerti assumere, per esempio, perché ti conoscono. Poi c’è sempre il piano c, o z, cioè proprio l’ultimissimo: sfruttare tutto ciò che sei riuscito a mettere da parte e investirlo in qualche attività. Essendo un lavoro senza grandi spese è molto facile mettere su un piccolo capitale.

Carmen Corda

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