Villaspeciosa. Stefania Batzella: alla conquista del Piemonte, con la Sardegna nel cuore

Vulcano ha incontrato la Consigliera regionale del Piemonte Stefania Batzella, originaria di Villaspeciosa. Donna straordinariamente eclettica che detiene un piccolo record: ricopre la più alta carica politica mai raggiunta da uno speciosese.

di Giuliana Mallei

Stefania Batzella, consigliera della Regione Piemonte
06/11/2015 incontro con Rita El Khayat, scrittrice e medico psicanalista, tra le più importanti intellettuali del Marocco e del Maghreb con il presidente del Consiglio regionale Mauro Laus e la presidente della Consulta delle Elette Stefania Batzella

Da sempre l’estate è, per Villaspeciosa, la stagione in cui gli speciosesi si rincontrano e riprendono il dialogo pacifico, cercando di smussare attriti e contrasti. Del resto il caldo implacabile impedisce il dispendio di energie, che vengono serbate per il periodo invernale, quando nei primi mesi dell’anno si riprenderà a discutere di politica, stavolta a livello regionale.

Ma torniamo all’estate come periodo di incontri. Una domenica mattina d’estate, durante una visita al cimitero di Villaspeciosa, poco prima che il caldo imponesse di tornare a casa, alcuni si attardavano presso le tombe dei propri cari, altri si apprestavano a raggiungere il sepolcro dei familiari per porgere un saluto. E’ stato in questa circostanza che abbiamo incontrato Stefania Batzella, una speciosese che ha lasciato il paese anni fa, ma che non dimentica mai le sue radici. Stefania è sempre stata una ragazza solare, stimata e ben voluta dai coetanei e da tutti coloro che in paese la conoscono da sempre, è stato un piacere rivederla. Ora è piemontese d’adozione e la sua bontà d’animo non è sfuggita ai suoi nuovi corregionali, infatti ricopre il ruolo di Consigliere Regionale in Piemonte. E’ questa la carica più alta mai raggiunta da uno speciosese a livello politico. Ci riempie di orgoglio sapere che il suo amore per la Sardegna e per Villaspeciosa è immutato, dopo tanti anni.

Accetta con grande gentilezza di rilasciare un’intervista per Vulcano e per noi è un onore portare la sua esperienza al cospetto dei nostri lettori, suscitando la nostra gratitudine; ma è il suo ultimo giorno di vacanza, pertanto l’intervista avviene via mail nei giorni successivi.

Da quanto tempo abiti in Piemonte?
“Sono nata e cresciuta a Villaspeciosa, un paese piccolo e bellissimo vicino a Cagliari. Sono arrivata in Piemonte – dove viveva e vive mia sorella – a marzo del 1997 in vacanza, dopo aver discusso la tesi di laurea in Ostetricia. Avevo 24 anni. Sono qui da 21 anni, ma non dimentico la mia terra d’origine che è la Sardegna e che porto sempre nel cuore”.

Qual è la tua professione per la quale hai lasciato la Sardegna?
“Inizialmente non pensavo di trasferirmi qui per lavorare. Poi ho partecipato ad un concorso pubblico a Torino, presso l’ospedale ostetrico e ginecologico “Sant’Anna”, dove è iniziata la mia attività come ostetrica. Sono rimasta lì per circa un anno e, in seguito, ho iniziato a lavorare presso un piccolo ospedale di confine, nella città di Susa, nota località montana che si trova ai piedi delle alpi Cozie nel cuore della splendida valle di Susa. Susa è anche la città in cui risiedo da 21 anni”.

Dove hai studiato per conseguire il titolo che ti permette di svolgere la tua professione?
“Ho studiato a Cagliari, presso la facoltà di Medicina e Chirurgia e mi sono laureata in Ostetricia. In Piemonte ho proseguito gli studi seguendo moltissimi corsi di specializzazione, di formazione e di aggiornamento, per incrementare il mio bagaglio culturale sui temi legati al mio lavoro. Quello dell’ostetrica è un lavoro che amo, che ho scelto e che ho sempre svolto con passione e impegno. Dico sempre che sono un’ostetrica prestata alla politica, non sono un politico di professione”.

Quando e come è nata la tua passione per la politica?
“Credo sia una cosa innata, in me da sempre. Prima di questa esperienza, che mi ha portata nel Consiglio regionale del Piemonte, non pensavo a far politica, ma mi concentravo molto sulla mia professione. In seguito, sono rimasta affascinata dagli ideali che caratterizzavano il Movimento 5 Stelle, che stava muovendo i suoi primi passi. Ero stanca della vecchia politica, osservavo con delusione la disaffezione dei cittadini nei confronti del bene comune, dell’impegno civile e delle istituzioni. Volevo fare di più e, ritrovandomi negli ideali del Movimento, mi sono avvicinata alla politica, contribuendo a costituire il gruppo locale a Susa del M5S. Ero iscritta al blog di Beppe Grillo e, da simpatizzante, sono diventata attivista. Nel 2014 ho deciso di candidarmi, in occasione delle elezioni regionali, e sono stata eletta con l’obiettivo di portare in Consiglio i temi a me più cari, cioè: la difesa della sanità pubblica, le politiche sociali, le pari opportunità, i diritti umani, la lotta alla discriminazione, le politiche per la famiglia e la parità di genere”.

Quando sei stata eletta Consigliere Regionale?
“Sono stata eletta a maggio 2014”.

Ma poi ti sei dissociata dal Movimento. Per quale ragione?
“È stata una decisione sofferta, ma obbligata, perché non c’erano più le condizioni per restare nel gruppo consiliare M5S. Ho principi e valori ben saldi, ho sempre lottato, per sensibilità personale e per appartenenza professionale, per le pari opportunità e contro le discriminazioni e, per queste ragioni, era diventato impossibile restare all’interno di un gruppo nel quale io per prima mi sentivo discriminata e lesa nella dignità. La solidarietà, il sostegno e la collaborazione, che dovrebbero tenere legate delle persone all’interno di un gruppo consiliare, sono venute a mancare, soprattutto da parte di alcuni colleghi. Atteggiamenti subdoli mi impedivano di svolgere in maniera adeguata il ruolo per il quale sono stata eletta e di occuparmi in maniera incondizionata di alcune problematiche rispetto alle quali ho precise deleghe e obiettivi. Non volevo più sottostare a dinamiche che non condividevo, né come individuo, né come rappresentante delle istituzioni. Lo slogan “uno vale uno”, tra i principi fondanti del Movimento 5 stelle, non ha trovato applicazione all’interno del gruppo, dove le gerarchie prevalevano sugli spazi, sul bene comune e sui meriti. Non sono cambiata, ero e resto una donna libera. Nonostante tante difficoltà e continui sacrifici ho continuato a sostenere, senza alcun preconcetto ideologico, ogni tipo di battaglia politica che mettesse al centro la persona, cosi come mi sono opposta a quei provvedimenti che non erano in linea con i miei principi e i miei valori. Dopo aver lasciato il M5S ho fondato, qui in Consiglio regionale, un monogruppo autonomo, che si chiama Movimento libero indipendente”.

In quale modo contribuisci al bene comune dal tuo seggio? In poche parole: di cosa ti occupi principalmente?
“Mi occupo principalmente di sanità pubblica, di politiche sociali e politiche della famiglia, di parità di genere, di difesa dei più deboli, di diritti umani. Sono anche presidente della Consulta delle elette del Piemonte che, tra le altre cose, promuove iniziative, di formazione e informazione, a favore delle donne, per riconoscerne il ruolo in ogni ambito della vita pubblica e privata e si batte per difenderne i diritti. Molte mie proposte sono state approvate dal Consiglio regionale, segno che il lavoro svolto finora ha dato i suoi frutti”.

La gente ti stima?
“Lo spero! C’è un riscontro positivo tra le persone, ma lascio che siano gli altri a giudicare il mio lavoro. Io cerco di fare sempre del mio meglio con onestà, passione e impegno. Sono rimasta la Stefania di sempre, la stessa di un tempo, una donna libera e indipendente. Se porto avanti con ostinazione le mie battaglie è perché ho valori e principi che mi hanno trasmesso i miei genitori, ai quali sarò per sempre grata. Accanto, poi, ho un marito che fin dall’inizio è il mio più grande sostenitore e ogni giorno mi dà la forza per andare avanti lungo la mia strada”.

Pensi di ricandidarti?
“Sto facendo alcune valutazioni in questo senso. Credo di aver tenuto fede al mandato che mi è stato conferito dai cittadini. Non li ho mai traditi. Avevo promesso che avrei sempre agito con onestà e trasparenza, mettendo al primo posto il bene comune e così ho fatto, senza pensare mai al mio interesse personale. Se ci saranno le condizioni per ricandidarmi lo farò, ma ho bisogno di potermi riconoscere in una forza politica con cui condividere gli ideali e i principi che mi contraddistinguono”.

Nel ringraziare ancora una volta Stefania Batzella, le vogliamo augurare tutto il bene possibile sapendo che qualunque cosa decida di fare, in politica o nella sua professione, la farà con la passione, cuore e la tenacia tipica delle donne di Sardegna.

Vulcano n° 97

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