“BlacKkKlansman”: l’ombra irrisolta del razzismo secondo Spike Lee

L’incredibile storia di Ron Stallworth, infiltrato nero nel KKK degli anni ’70

Scena BlacKkKlansman

Con la data della riapertura dei cinema (15 giugno) sempre più vicina, proseguono i consigli cinematografici di Vulcano in attesa della fruizione della settima arte sul grande schermo. Il consiglio odierno si riallaccia all’annosa questione del razzismo, diffusa in tutto il mondo, e più che mai riaccesasi negli USA in seguito alla morte di George Floyd. Morte dovuta a un violento arresto e all’abuso di potere da parte delle forze di polizia di Minneapolis, le cui immagini registrate in un video hanno indignato tutto il mondo e soprattutto la comunità afroamericana. Nel cinema, gli afroamericani hanno spesso trovato un ottimo esponente e portavoce della loro cultura nel regista Spike Lee, di cui oggi consigliamo l’ultimo film: BlacKkKlansman (2018).

Pluri-candidato agli Oscar del 2019 ‒ aggiudicandosi la statuetta per la miglior sceneggiatura non originale ‒ il film è un poliziesco tratto da una storia vera. Infatti, è l’adattamento del libro Black Klansman (2014), scritto dall’ex poliziotto Ron Stallworth, afroamericano interpretato sullo schermo dall’attore John David Washington (che presto rivedremo al cinema nell’ultima fatica di Christopher Nolan, Tenet).

La sinossi ha dell’incredibile: negli anni ’70, il primo afroamericano del dipartimento di polizia di Colorado Springs riesce a infiltrarsi nel famigerato Ku Klux Klan. Una missione apparentemente impossibile che porterà Stallworth a scoprire i piani terroristici dei suprematisti bianchi verso i comizi dell’unione studentesca nera del Colorado College, presieduto dalla ragazza di Ron, Patrice Dumas. Tutto ciò grazie anche alla collaborazione del collega Flip Zimmerman, interpretato da un sempre ottimo Adam Driver.

Nonostante i protagonisti siano dei poliziotti, il film evita la facile retorica dell’uomo in divisa come eroe sempre e comunque. La evita mostrando le contraddizioni all’interno del dipartimento, le difficoltà di Ron a insediarsi all’interno del suo nuovo ambiente lavorativo e soprattutto gli elementi razzisti che vengono protetti dai colleghi. Visti gli ultimi avvenimenti, particolarmente significativa appare oggi una scena in cui Stallworth non riesce a convincere altri due poliziotti di essere un agente sotto copertura, perché nero; subisce perciò uno di quegli abusi di potere che, come abbiamo visto nelle ultime settimane, spesso sfociano in veri e propri omicidi.

Nota di merito alle citazioni cinematografiche presenti nel film: da Via col vento (1939), importante per la comunità nera poiché Hattie McDaniel fu la prima attrice di colore a vincere l’Oscar, a Nascita di una nazione (1915), film muto di David Griffith la cui alta qualità tecnica non nasconde però un forte razzismo nel mostrare i membri del KKK come eroi.

La chiusura del film, con le immagini dei disordini avvenuti nel 2017 a Charlottesville, ci ricorda che il problema del razzismo è un fiume carsico che non smetterà ma di tornare in superficie e fare vittime se tutti noi non ci impegniamo per un reale cambiamento nelle piccole abitudini e nei grandi gesti di solidarietà alle comunità nere di ogni paese. Gli ultimi eventi di cronaca ce lo ricordano ancora più perentoriamente, così come le ondate di proteste che ora scuotono gli USA.

«In una società razzista, non è abbastanza non essere razzista. Dobbiamo essere anti-razzisti.»
Angela Davis

Marta Melis

 

Titolo originale: BlacKkKlansman          Regista: Spike Lee

Anno: 2018          Durata: 135 min.          Pubblico: per tutti

Locandina “BlacKkKlansman"

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