Bottone rosso per le “fake news”

In vista delle elezioni al via il nuovo servizio del commissariato online che consentirà ai cittadini di segnalare le notizie false o presunte tali. È proprio in campagna elettorale, infatti, che aumentano in modo esponenziale notizie relative a fatti o personaggi di pubblico interesse create a tavolino.

Giovedì 18 gennaio, il Ministro dell’Interno Minniti ha inaugurato il “red button” (bottone rosso) – nella sala operativa della polizia postale – che sarà a disposizione degli utenti sul sito www.commissariatodips.it e che offre la possibilità di segnalare l’esistenza e la circolazione in rete di notizie false. La segnalazione arriverà poi ad una task force di poliziotti del Centro Nazionale Anti-Crimine Informatico che, dopo aver fatto tutte le verifiche sul link segnalato e su tutti i link ad esso collegati, provvederà a smentire la notizia falsa sui canali social della polizia e sul sito del commissariato online.

Ci si domanda se e quanto questa iniziativa fungerà da deterrente. Difficilmente potrà essere risolutiva di un fenomeno così largamente diffuso, non solo perché le fake news trovano ampio spazio anche nei media tradizionali – se non altro nella loro declinazione di notizie distorte o manipolate – ma anche perché esistono vere e proprie organizzazioni che le producono e le veicolano e che non si fermeranno certo dinanzi a un “bottone rosso”.

Non bisogna dimenticare poi che le fake news circolano molto velocemente in rete: la viralità e il meccanismo delle condivisioni consentono di raggiungere un pubblico vastissimo. Quanto riparatrice può essere, quindi, una smentita tardiva e di minor diffusione?

Le misure di Facebook.

Fanno quasi sorridere le ultime dichiarazioni di Mark Zuckerberg: «saranno gli utenti a decidere l’affidabilità di una fonte». Ah ecco, allora possiamo archiviare il caso. Dopo le modifiche all’algoritmo che seleziona i contenuti da mostrare agli utenti, per contrastare il fenomeno delle fake news Facebook chiederà alle persone di indicare se si fidano delle fonti dalle quali ricevono informazioni e in base a quei giudizi verrà stilata una “classifica” di affidabilità e autorevolezza.

Questa sperimentazione muoverà i primi passi negli USA e verrà in seguito estesa agli altri paesi. «Potevamo provare a prendere questa decisione da soli», ha dichiarato Zuckerberg, in riferimento alla decisione di attendibilità-affidabilità delle fonti, «ma è qualcosa che non ci faceva sentire del tutto a nostro agio. Abbiamo preso in considerazione la possibilità di chiedere ad esperti esterni, ma sapevamo che probabilmente non avrebbero risolto il problema dell’obiettività».

Certo. Invece sulla capacità di esprimere un giudizio obiettivo degli utenti di Facebook non nutriamo nessun dubbio!

Carmen Corda

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