Cgil, no al deposito di scorie nucleari in Sardegna

 

di Giuseppe Giuliani

 

«È sconcertante che la Sardegna non sia stata totalmente esclusa dall’elenco delle aree idonee a ospitare il deposito di scorie nucleari». Lo dice il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante. 

Sono 51 i siti individuati dal governo per stoccare i rifiuti radioattivi e si trovano in sei diverse regioni: Basilicata, Lazio, Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Nell’Isola, le zone individuate sono tra l’oristanese e il sud Sardegna e sono nello specifico: Assolo, Usellus, Albagiara, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Villamar, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna, Nurri, Ortacesus e Guasila.

Durante annuncia «la contrarietà del sindacato e l’impegno alla mobilitazione del mondo del lavoro» per opporsi a questa eventualità contro la quale la Sardegna si era già espressa chiaramente in un referendum nel 2011 e con tre diversi ordini del giorno del Consiglio regionale nel 2015, 2019 e 2021.

Per la Cgil, la Sardegna avrebbe dovuto essere esclusa in partenza, «perché non può essere idonea per tutte le osservazioni tecniche già trasmesse ufficialmente ai ministeri competenti». Osservazioni che riguardano la pericolosità del trasporto delle scorie via mare e poi nelle reti viarie interne decisamente inadeguate.

 

La Cgil chiede al governo di cancellare la Sardegna dalle aree idonee e di iniziare a ricordarsi dell’Isola non solo quando si tratta di occuparla con nuove servitù, ma per dare risposte agli svantaggi legati all’insularità e per garantirle le infrastrutture necessarie ad avere pari opportunità con il resto d’Italia.

Adesso, secondo quanto previsto dal decreto energia approvato lo scorso settembre, i comuni esclusi che volessero far parte dell’elenco della Carta nazionale delle aree idonee hanno 30 giorni di tempo per autocandidarsi. L’ipotesi riguarda anche eventuali strutture militari attraverso il Ministero della Difesa.

Secondo il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin il luogo che ospiterà il deposito delle scorie di media e bassa intensità sarà scelto tra i comuni che si sono proposti.

A questo proposito, nei giorni scorsi, il sindaco di Trino in provincia di Vercelli ha proposto la candidatura del suo paese che ancora attende la messa in sicurezza dei depositi temporanei delle scorie radioattive. Ma nel centro del Piemonte si è già formato un comitato contrario.

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