Uta, confronto con l’opposizione
Intervista al Consigliere del Comune di Uta Ferdinando Coghe
di Carmen Corda
Come di consueto, Vulcano, dopo l’intervista al Sindaco di Uta, Giacomo Porcu, passa la parola all’opposizione. Di seguito l’intervista al Consigliere Ferdinando Coghe con il quale sono stati ripercorsi i temi emersi nell’intervista al primo cittadino.
Avevo incontrato il Sindaco per raccontare l’iniziativa in favore dell’istruzione che ha voluto premiare i diplomati e i laureati grazie ad un fondo appositamente istituito, nel quale confluisce una parte dell’indennità della Giunta. Un’indennità, aggiungeva il Sindaco, già ridotta del 50% per il fatto che tutti loro hanno già un impiego.
Comincerei da qui, spiegando meglio questo punto. Il dipendente sia pubblico sia privato percepisce per legge il 50% dell’indennità di carica: il privato che decide di assentarsi dal lavoro per mandato elettorale ha diritto ai rimborsi ma ha anche facoltà di usufruire di un’aspettativa non retribuita. Il nostro Sindaco è dipendente della Banca Intesa San Paolo e usufruisce dei rimborsi mensili che comportano per l’amministrazione una spesa superiore rispetto a quella che si avrebbe in caso di aspettativa e quindi di indennità di carica “piena”. (I dati a cui fa riferimento sono pubblici e facilmente reperibili in rete, ndr)
Chiarito questo vorrei che ritornassimo al tema “dispersione scolastica”.
A Uta c’è un problema di dispersione scolastica che è comune a tutta l’isola, così come è comune a tutto il Meridione, non a caso abbiamo un progetto regionale – Iscol@ – che prevede diverse linee di intervento, tra le quali l’Asse I e II che consentono di usufruire di importanti finanziamenti per realizzare strutture ex novo o per interventi di riqualificazione o messa a norma delle scuole già esistenti.
Parliamo del progetto scolastico che mi ha illustrato il Sindaco che si inscrive nell’Asse I del progetto Iscol@ “Scuole per il nuovo millennio” e che lui auspica di veder realizzato entro il 2020, ossia entro la fine del suo mandato.
Non entro nel merito delle date di realizzazione di questi progetti che sono piuttosto ambiziosi: siamo nel 2017 e il progetto è ancora in fase embrionale e non penso che in due anni e mezzo possa essere realizzato. Tempi così brevi non sono né possibili, né auspicabili per un progetto così importante, sottolineo piuttosto che alcune scelte andrebbero riviste con attenzione. Intanto già la precedente amministrazione aveva aderito all’Asse II del progetto Iscol@ – che prevede la messa in sicurezza delle strutture scolastiche – ricevendo anche un cospicuo finanziamento poi restituito dall’attuale Giunta per entrare nell’Asse I. Come prima considerazione sollevo un interrogativo: sappiamo che le scuole necessitano di costanti interventi non solo di manutenzione ma anche di messa in sicurezza e di adeguamento alle normative, perché il Comune di Assemini riesce ad ottenere un finanziamento di oltre 2 milioni di euro per 11 scuole e, contemporaneamente, lavora al progetto per la nuova scuola media “Pascoli”? Non posso che pensare che gli amministratori di Assemini stiano lavorando meglio dei nostri.
Quindi lei è molto critico nei confronti di questo nuovo progetto che prevede la realizzazione di un unico complesso scolastico che sostituirebbe tutti gli altri edifici esistenti che si trovano in zone a ischio idrogeologico (livello HI4).
È vero che il nuovo “campus” sarebbe realizzato in una zona non a rischio mentre le altre scuole lo sono ma cominciamo col dire che nel caso di allerta meteo le scuole vengono chiuse e i bambini rimangono a casa (in case in zone a rischio idrogeologico!). Non sarebbe stato più logico intervenire sul problema del rischio idrogeologico, visto peraltro che il Sindaco capitanava la squadra “Salviamo Uta”? Non sarebbe stato meglio adeguare le attuali strutture scolastiche che non sono poi così messe male? E magari chiedere finanziamenti per la messa in sicurezza del paese anche per garantire le attività produttive, per la viabilità, per attirare gli investimenti?
Ecco parliamo del paese e della sua popolazione, dei suoi giovani.
Esiste un rapporto (che mi consegna, ndr) sulla popolazione fatto dalla scuola, quindi da un organismo super partes, terzo, che ha a cuore il problema della dispersione scolastica. Vi è poi un secondo rapporto, redatto da un sindacato di categoria, che illustra i risultati del progetto Iscol@ in Sardegna evidenziando l’importanza di riverificarli annualmente. Il 2016 è stato un anno positivo, c’è stata una riduzione della dispersione, ma bisognerà attendere per valutare gli effettivi risultati. Per tornare al progetto della nuova scuola, voglio sottolineare che in Consiglio non ne abbiamo mai discusso. Certamente noi condividiamo quel progetto nelle sue linee generali (scuole luoghi più sicure e accoglienti) che ricalcano per intero il paradigma del progetto regionale: la Giunta ha semplicemente fatto proprie idee regionali. Non hanno detto niente di nuovo. Quando poi il Sindaco dice che intende combattere la dispersione scolastica costruendo una nuova scuola mi ricorda quelli che volevano costruire le cattedrali ma erano vuote, senza fedeli. Altri invece facevano le messe all’aperto riempiendo le piazze.
Ritiene, quindi, che alcune affermazioni del Sindaco a riguardo vadano ridimensionate.
Sì, vorrei rileggere alcuni passaggi della sua intervista al Sindaco e tornare al punto in cui, in riferimento alla dispersione scolastica, afferma che stanno cercando di darvi soluzione “con il progetto di una nuova scuola (…) che prevede un’architettura ai massimi livelli ma soprattutto un progetto pedagogico all’avanguardia”. Ma è competenza dell’amministrazione pubblica pensare a nuovi progetti pedagogici? E il sito scelto per la costruzione della nuova scuola non sarà un po’ troppo distante dal centro del paese aumentando i tempi, ma anche i rischi, di percorrenza per gli alunni? Questo non obbliga il Comune a intervenire in modo più incisivo sul trasporto aumentando i costi del bus? Le scuole esistenti sono più integrate nel contesto sociale e sono più facilmente raggiungibili. Inoltre, per realizzare quel progetto in quel luogo, si dovrà procedere ad un cambio di destinazione d’uso che inciderà sulle aree circostanti. Spero di non scoprire che la rivalutazione di quelle aree avvantaggia direttamente qualche amministratore. In quel caso mi vedrei costretto a chiedere l’intervento dell’anticorruzione. Non capisco poi l’accusa mossa alle famiglie. In alcuni casi i genitori possono agire in modo inadeguato, forse anche per alcuni problemi culturali che ci portiamo dietro, ma mi rifiuto di credere che tutti i genitori tengano quei comportamenti diseducativi a cui fa riferimento il Sindaco. In ogni caso, anche evidenziare alcune problematiche familiari non è compito del Sindaco ma degli insegnanti, degli assistenti sociali e di tutti coloro che hanno competenza in materia. Continua: “i programmi scolastici potrebbero essere più attrattivi”. Io insegno all’Università e, mi creda, insegnare è difficile e mi domando ogni giorno se sono all’altezza; non conosco le dinamiche e i problemi degli altri livelli di insegnamento, quindi non mi permetto di metter bocca su questo perché richiede una competenza didattica specialistica che io non ho. Ci vuole un addetto ai lavori per parlare della scuola dell’infanzia e della primaria, il luogo in cui i bambini si stanno formando, il luogo dello sviluppo neuro-psichico degli adulti di domani. Bisogna avvalersi degli esperti.
Al momento cosa si sta facendo in concreto per le scuole o nelle scuole?
Dunque, prima le ho detto che hanno rinunciato, restituendoli, ai finanziamenti per l’Asse II, ma le dico di più: gli interventi si stanno realizzando con i finanziamenti dell’Area Metropolitana sottraendoli ad altri interventi. Ecco perché io dico che sta lavorando bene il Sindaco di Assemini perché, pur prevedendo la norma che chi partecipa all’Asse I non può partecipare all’Asse II, è evidentemente riuscito a far valere criticità tali da mantenere Assemini in entrambi gli Assi.
Quindi nella previsione regionale l’Asse I e l’Asse II sono escludenti?
Sono sì escludenti. Ma se il Sindaco di Assemini è riuscito a garantire alle scuole del paese entrambi i finanziamenti significa che un modo esiste, in presenza di criticità particolari. Poteva farlo anche Uta, no? Devo ammettere che il Sindaco di Assemini ha lavorato molto bene in quella direzione con un risultato apprezzabile.
Tiriamo un po’ le somme. Cosa c’è da fare di urgente a Uta, cosa l’amministrazione sta eventualmente trascurando?
Di urgente ci sarebbe la riorganizzazione della macchina amministrativa. Era stata promessa l’apertura full immersion degli uffici ma gli orari sono rimasti invariati con una scarsa fruibilità dei servizi per i cittadini. Negli anni passati il personale amministrativo ha fatto un grande lavoro in condizioni davvero difficili; non dimentichiamo che Uta è stata colpita da un’alluvione devastante e grazie al senso del dovere e all’abnegazione di molti funzionari la macchina ha continuato a lavorare. Abbiamo poi problemi di disoccupazione che certamente il Comune non può risolvere su due piedi o con atti deliberativi ma deve affrontarli con scelte strategiche territoriali. Non è sufficiente far parte della Città Metropolitana per affrontare i problemi ma occorrono strategie per attrarre non solo gli investimenti ma anche l’attenzione del Palazzo.