Continuità territoriale, la Sardegna è nel caos scioperi ma c’è chi pensa a un nuovo modello

Il prossimo sciopero aereo nazionale sui cieli italiani è stato fissato per il 14 gennaio. Per l’ennesima volta, si chiede una regolamentazione adeguata per i trasporti via cielo, che oggi soffrono enormemente la concorrenza di aziende private low cost come Ryanair, easyJet e Vueling. Tra le compagnie aeree che parteciperanno alla protesta c’è anche Air Italy per le tratte su Olbia.

Niente di nuovo per i residenti in Sardegna, che il 13 dicembre scorso si son visti cancellare 34 voli – di cui 21 soltanto a Cagliari – dalle sorelle Alitalia e Air Italy. Una questione irrisolta da anni, che mette d’accordo centrosinistra e centrodestra nel trovare una soluzione immediata e a lungo termine per ciò che riguarda la cosiddetta “continuità territoriale”. Un sistema che dovrebbe garantire maggiori agevolazioni economiche sui trasporti ai residenti sardi che, per poter raggiungere lo Stivale, devono necessariamente ricorrere al trasporto aereo o marittimo.

Il caso isolano è finito in Parlamento alla fine dello scorso anno con un’interrogazione alla Ministra dei Trasporti Paola De Micheli (PD), presentata dai Deputati dem Gavino Manca, Romina Mura e Andrea Frailis, i quali hanno chiesto l’inserimento di maggiori garanzie per i sardi nel prossimo accordo tra Stato e Regione sulla nuova continuità. Questo perché, se non si trova una risposta univoca nei prossimi mesi, rischiano di rimanere a terra centinaia di residenti isolani che potrebbero aver bisogno di cure mediche in strutture sanitarie situate oltremare, così come coloro che necessitano di partire per motivi di lavoro improrogabili e altri casi analoghi.

La data ultima per trovare un compromesso rispettoso degli abitanti isolani è il 12 aprile 2020, giorno in cui scadrà la convenzione tra Alitalia e la Regione Sardegna per i voli in continuità territoriale. Mancano, dunque, solo tre mesi per rimettere in moto i trasporti sull’isola e questa situazione inizia a preoccupare la politica locale. Il Presidente del Consiglio comunale di Cagliari, Edoardo Tocco, si è detto allarmato per questo stallo che di fatto “blocca” il capoluogo sardo, che negli ultimi anni aveva iniziato a registrare importanti numeri nel settore turismo grazie proprio all’aumento dei voli per la città.

Segue a ruota l’assessore regionale ai Trasporti, Giorgio Todde, che lo scorso 20 novembre ha indetto una riunione del Comitato paritetico di monitoraggio sulla continuità territoriale. Al tavolo, alla presenza di rappresentanti di Alitalia, Air Italy ed Enac, si è chiesto un incremento dei voli sulle rotte ritenute meno coperte (Cagliari e Alghero verso Linate). C’è stata un’apertura positiva delle compagnie aeree su questo fronte e anche su quello della prossima chiusura temporanea dell’aeroporto di Olbia (dal 3 febbraio al 13 marzo 2020) per lavori di ristrutturazione.

Mentre si discute della prossima continuità territoriale, c’è chi propone un modello di trasporti aerei nuovo e alternativo. Dario Balotta, presidente dell’Onlit (Osservatorio nazionale liberalizzazioni infrastrutture e trasporti), si fa avanti e spiega così la sua proposta sui quotidiani locali: «Il sistema attuale è da ripensare perché produce più costi che benefici, e di fatto l’unica continuità che ha assicurato è quella dei ricchi introiti garantiti alla compagnia dai sussidi pubblici. La continuità territoriale era nata quando c’erano solo due compagnie che operavano in regime esclusivo da aeroporti separati: Alitalia da Alghero e Cagliari e Meridiana da Olbia. Oggi invece Air Italy, Ryanair, Volotea, PeopleFly e altre compagnie sono in grado di sostituire Alitalia in regime di libera concorrenza. Con la liberalizzazione dei cieli europei, infatti, la continuità territoriale e i sussidi pubblici (56 milioni di euro) girati alla compagnia aerea per praticare tariffe ridotte (versati per il 65% dalla regione sarda, per il 34% dallo Stato e per l’1% dall’Unione Europea) sono più costosi degli sconti tariffari che si avrebbero – senza pesare sui contribuenti – con tariffe di mercato aperto alla concorrenza. È quindi giunta l’ora di abolire questa normativa protezionista e superata anche socialmente. La nuova Ministra dei Trasporti Paola De Micheli dovrebbe assicurare un nuovo modello di gestione dei collegamenti aerei con il continente: tariffe regolate e servizi minimi predefiniti».

Francesca Matta

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