Corti, Lamagni, Longobucco… Storia del Cagliari di Tiddia

 

di Giuseppe Giuliani 

 

È una delle formazioni che i tifosi del Cagliari sono soliti citare a memoria, perché entrata nella storia dei rossoblù.

Ma dopo quella dello scudetto è anche una delle formazioni ad aver ottenuto il miglior piazzamento in serie A: sesto posto nella stagione 1980-81.

A ricordare quegli anni, arriva ora “Corti, Lamagni, Longobucco…

La storia del Cagliari di Tiddia”, libro di Roberto Montesi, edito da Domus de Janas.

Il volume è stato presentato a Cagliari nella sala della Fondazione Sardegna nel corso di un incontro moderato dal giornalista Sandro Angioni e al quale hanno preso parte alcuni protagonisti di quella stagione.

Sul palco e al microfono si sono alternati il medico Silvio Fadda e i giocatori Roberto Quagliozzi, Pino Bellini, Gianni Roccotelli, Mario Brugnera, Emanuele Gattelli, Renato Copparoni.

In sala anche Alessandro Cristiani, a Cagliari nella stagione 1978-79 proveniente dall’Almas Roma, nessuna presenza in campionato, solo qualche amichevole, ma arrivato appositamente dalla Capitale per salutare i compagni di un tempo. Forse l’esempio che meglio racconta lo spirito di quegli anni: un gruppo capace di legarsi per raggiungere un obiettivo.

Per la cronaca, Cristiani è stato poi il bomber della nazionale parlamentari.

«Tiddia ci dava tranquillità» ha ricordato Roberto Quagliozzi, «e ci diceva che anche un punticino alla fine poteva essere importante», ha aggiunto Mario Brugnera.

Mario Tiddia da Sarroch fu da giocatore protagonista del Cagliari che salì per la prima volta in serie A. Da allenatore arrivò più volte sulla panchina rossoblù, ma quel triennio calcistico 1978-1981, con la promozione nella massima serie e il sesto posto, rappresenta il suo momento migliore.

Roberto Montesi, giornalista dell’ufficio stampa del Cagliari Calcio, al suo secondo libro dopo “La Nazionale Cagliaritana”, racconta aneddoti di quel periodo e rivive con i protagonisti un mondo del calcio che è sparito nel corso degli anni.

La prefazione è affidata a Gigi Riva che di quella squadra era direttore sportivo e general manager.

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