I 5 REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA 12 GIUGNO 2022

I 5 REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA 12 GIUGNO 2022

a cura di Luigi Palmas e Sandro Bandu

Domenica 12 giugno, dalle ore 7.00 alle ore 23.00, (in un solo giorno, a differenza delle altre tornate elettorali svoltesi sempre a fine maggio e in due giorni negli ultimi 2 anni e mezzo dall’inizio della pandemia da covid), si vota non solo per le elezioni amministrative ma anche per i cinque quesiti referendari sulla Giustizia.

A scuole chiuse forse qualcuno spera, complice il mare, nel mancato raggiungimento del quorum del 50% + 1 dei voti degli aventi diritto.

Ecco perché è importante che la maggioranza degli italiani si esprima col voto, che è soprattutto un diritto oltre che un dovere ed una grande opportunità democratica.
I quesiti ammessi dalla Corte Costituzionale sono:

1 Abrogazione della Legge Severino

2 Limiti agli abusi della custodia cautelare

3 Separazione della carriere

4 Equa valutazione dei magistrati nei consigli distrettuali giudiziari

5 Sistema di elezione del Consiglio Superiore della Magistratura

I sostenitori della ragione del Sì argomentano in questo modo:

I referendum certamente non risolvono tutti mali della giustizia, descritti ampiamente da molti autori come Sallusti, Palamara, Rizzo o Nordio, per citarne solo alcuni, in libri recenti molto apprezzati dal pubblico, ma sicuramente, col raggiungimento del quorum e con la vittoria dei SI all’abrogazione, si procederebbe, con il forte consenso popolare, ad una svolta radicale.

Con la vittoria dei SI finirebbe la “Guerra dei trent’anni” tra politica e magistratura, dopo tre decenni di assurdo e violento giustizialismo, per ricominciare con la giustizia una via liberale e garantista democratica.

L’Italia, ricordiamolo, patria di Cesare Beccaria e di Gaetano Filangieri, è la culla del diritto.
In tutto questo periodo le TV nazionali non hanno parlato in modo adeguato dei 5 quesiti referendari per informare sufficientemente i cittadini.

Sui TG del servizio pubblico lo spazio dedicato è stato dello 0,3%, aumentato negli ultimi giorni all’1% del tempo delle trasmissioni.

Nelle televisioni è mancato innanzitutto il confronto tra la diverse posizioni, ad eccezione di lodevoli casi, insufficienti, in modo che i cittadini potessero farsi le proprie opinioni, al di là delle propagande demagogiche. Una vergogna che si ripete ormai troppo spesso in molte circostanze.

Forse, in questo caso, si ha paura che si raggiunga il quorum?

Il referendum è stato anche depotenziato dalla Corte Costituzionale perché il quesito sulla responsabilità civile diretta dei magistrati non è stato ammesso come pure quello sulla cannabis e l’eutanasia.

Tali quesiti sarebbero stati forse divisivi ma avrebbero spinto, tra l’altro, ad una maggiore sensibilizzazione di molti cittadini su tutti i quesiti proposti e, quindi, a una larghissima partecipazione al voto.

I sostenitori della ragione del NO argomentano in questo modo:

1 Abrogazione della Legge Severino:
Non si può eliminare tutta la legge, e non solo quella riguardante gli amministratori, perchè questo consentirebbe ai condannati di mafia, corruzione, di candidarsi al parlamento;

2 Limiti agli abusi della custodia cautelare:
qui si è contro perchè si vogliono eliminare misure preventive come il carcere e\o gli arresti domiciliari perché facendo questo c’è il rischio che le violenze domestiche potrebbero aumentare.

3 Separazione della carriere:
questo quesito pone due problemi. Il primo è che questa materia (la carriera dei magistrati) è regolata dal titolo IV della Costituzione e pertanto va trattata da un punto di vista costituzionale. In secondo luogo non si otterrebbe una reale separazione perchè i concorsi, la formazione e gli organi di governo resterebbero gli stessi;

4 Equa valutazione dei magistrati nei consigli distrettuali giudiziari:
questo quesito, secondo le ragioni del NO, metterebbe a rischio l’indipendenza dei giudici, perché consentirebbe il voto agli avvocati (controparte dei magistrati) e di aprirsi quindi un palese conflitto di interessi.

5 Sistema di elezione del Consiglio Superiore della Magistratura:
questo quesito sarebbe inutile perché comunque le correnti rimarrebbero nella magistratura e inoltre le firme sono necessarie perché forma di consenso per i magistrati.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *