La tragicomica esperienza della Didattica a Distanza

Si è appena concluso l’anno scolastico più incredibile che la Scuola italiana abbia mai visto; anche se la sua definitiva conclusione avverrà dopo la fine degli esami di Diploma, degli esami integrativi e di idoneità (questi ultimi, meno conosciuti, che permettono il superamento di più anni scolastici oppure il passaggio da un liceo ad un istituto tecnico e viceversa).

Ci interessa però raccontare ai lettori di Vulcano cosa è stata nella realtà la DaD (Didattica a Distanza).

Ogni ordine di scuola l’ha vissuta in modo differente, noi racconteremo, brevemente, quella vissuta nella Scuola Secondaria di Secondo Grado (ossia la scuola superiore).

L’emergenza Covid-19 ha imposto la chiusura delle scuole, su tutto il territorio nazionale, a partire dal 5 marzo. Come già riportato in un precedente articolo, la Scuola non era pronta, ma quasi tutti i docenti si sono immediatamente attivati per attuarla. Teniamo conto che la DaD non è contemplata nel Contratto lavorativo dei docenti, che comporta conoscenze informatiche, nonché il possesso di computer e webcam, non tutti i docenti (soprattutto quelli ultra sessantenni, sull’orlo della pensione) possedevano le competenze e le attrezzature.

La faccenda ha assunto contorni grotteschi quando, dopo pochi giorni dalla chiusura delle scuole, la Ministra della Pubblica Istruzione, On. Azzolina, ha detto che nessun alunno avrebbe perso l’anno scolastico, pertanto sarebbero stati tutti promossi!! Per la maggior parte degli studenti, l’anno scolastico è finito in quel momento, infatti pochissimi hanno studiato, pochissimi hanno partecipato alle video lezioni. Addirittura li si doveva “supplicare” perché si collegassero e seguissero le varie unità didattiche, in tantissimi concedevano la loro presenza in video come un favore nei confronti di un miserabile (=il docente), presentandosi in pigiama, a petto nudo (i maschi), ancora a letto, davanti alla colazione, con persone estranee (fidanzate/i, genitori, amici, ecc); oppure non apparivano affatto in video, ma si sentiva di tutto: dai cani, ai canarini, allo sciacquone del wc.

Il culmine è stato toccato quando ci si è resi conto che la DaD non era normata da una legge, pertanto tutto il lavoro effettuato non poteva essere valutato in alcun modo. Infatti la tipologia di verifica utilizzata in presenza a scuola, non è valida per la DaD. Quindi le verifiche orali (con il suggeritore e libri davanti) e quelle scritte (tutte rigorosamente copiate con copia/incolla da Wikypedia o da studenti.it) non avevano validità legale, tantomeno lo avevano i voti. Come sono stati giudicati gli studenti? Semplicemente sono stati mantenuti i voti del Primo quadrimestre, e quelli eventualmente assegnati entro il 4 marzo (validi perché l’anno scolastico fino ad allora si è svolto in presenza).

In verità, molti ragazzi hanno dimostrato maturità e senso di responsabilità, studiando seriamente e preparandosi, in vista dell’esame di Diploma. Infatti il futuro, per chi è serio, sarà roseo, al contrario di chi vivacchia e si prepara ad avere una vita vissuta di espedienti.

La domanda d’obbligo è: come sarà il prossimo anno? Ancora il Ministero brancola nel buio tra proclami e smentite continue, ma una cosa è certa: i singoli Istituti, nell’ambito dell’autonomia, aggiorneranno i PTOF con nuove regole di valutazione e allora ci sarà la resa dei conti: fioriranno, molto probabilmente, moltissime e variegate zucche.

Giuliana Mallei

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