L’antiquario
Si sa, siamo sempre di fretta e leggere costa tempo che non abbiamo. Questa è la scusa che spesso sentiamo per giustificare la nostra incapacità di dedicare il giusto tempo alla lettura. Ma la verità è che siamo diventati pigri e superficiali, incapaci di apprezzare le cose importanti della vita.
Nonostante ciò, tutti noi, chi più chi meno, siamo come degli antiquari in cerca di preziose antichità. Siamo alla ricerca di qualcosa che ci ispiri, ci stupisca, ci faccia sognare mondi che non abbiamo mai conosciuto. E sebbene possa sembrare strano, queste antichità non sono solo oggetti del passato, ma anche libri, poesie, romanzi e persone.
La lettura è uno degli antidoti alla superficialità, alla fretta e all’ignoranza. Un altro è l’ascolto.
Attraverso la lettura impariamo a conoscere il mondo, ad apprezzare la bellezza delle parole e delle idee, ad arricchire il nostro lessico e la nostra capacità di ragionamento.
Ma è attraverso l’ascolto che scopriamo mondi nuovi, incontriamo personaggi che ci ispirano, esploriamo idee che ci sfidano. L’ascolto ci rende più intelligenti, più creativi e più consapevoli di noi stessi e del mondo che ci circonda.
La lettura è più che mai importante in un’epoca in cui l’ignoranza e la superficialità sembrano essere all’ordine del giorno.
E quando finalmente incontriamo un libro che ci emoziona, che ci fa sognare, che ci sfida, la sensazione è quella di aver trovato un tesoro.
A volte però la nostra fretta e la nostra superficialità ci impediscono di cogliere l’importanza di ciò che abbiamo davanti, che sia un libro o un vecchio saggio.
Quando questo accade magari anziché un saggio vediamo solo un vecchio che ci deprime.
La colpa ovviamente non è del libro o dell’autore, ma della nostra incapacità di apprezzare la bellezza e la profondità delle parole, degli errori e dei limiti intrinseci all’essere umano.
Non è la modernità ad averci resi superficiali e pigri, ma noi stessi, con la nostra incapacità di apprezzare la bellezza e la complessità del mondo che ci circonda. E se vogliamo davvero cambiare le cose, se vogliamo davvero diventare migliori, dobbiamo imparare a dedicare il giusto tempo al passato, a lasciarci emozionare dalle parole, ad apprezzare la bellezza delle idee.
La società moderna ci ha portato ad avere sempre meno tempo da dedicare alle attività che ci appassionano e ci arricchiscono culturalmente.
La fretta e la mancanza di tempo sono diventati la norma. Leggere, che un tempo era considerata una delle attività più importanti per l’acquisizione di conoscenza e cultura, è diventata per molti un lusso che non possono permettersi.
Ma questa situazione non è giustificabile. Leggere non dovrebbe essere considerata un’attività superflua o un passatempo di nicchia, ma un’attività essenziale per la formazione di una persona e per la crescita culturale e intellettuale di un individuo.
In un mondo in cui la conoscenza è il potere, la lettura dovrebbe essere vista come un’attività imprescindibile per l’acquisizione di conoscenze, competenze e capacità che ci permettono di comprendere il mondo che ci circonda e di agire in modo consapevole.
Come gli antiquari, che cercano antichità preziose che ispirino, stupiscano e facciano sognare mondi che non abbiamo conosciuto, anche noi dovremmo essere sempre alla ricerca di libri che ci possano offrire emozioni, conoscenze e esperienze nuove.
Oggi, purtroppo, la maggior parte delle persone non considera la lettura come un’attività di valore e di arricchimento personale. Si legge poco o niente, e quando si legge, si preferiscono libri leggeri e poco impegnativi, come romanzi rosa o thriller, che non offrono alcun tipo di approfondimento culturale. Non si cerca più la conoscenza, solo lo svago.
Ecco perché la società moderna sembra essere destinata a diventare sempre più superficiale e priva di contenuti. Quando si rinuncia alla lettura, si rinuncia alla conoscenza, e quando si rinuncia alla conoscenza, si rinuncia alla capacità di comprendere il mondo in cui viviamo e di agire in modo consapevole.
La modernità di cui tanto si parla spesso si basa su un circolo vizioso in cui si privilegia il nuovo, il tecnologico, l’effimero, e si dimentica il valore delle tradizioni e della conoscenza accumulata nel corso dei secoli. Ma la modernità non può essere solo questo. La modernità deve anche includere la capacità di apprezzare e valorizzare il passato, di riscoprire le antichità che ci ispirano, ci stupiscono e ci fanno sognare mondi che non abbiamo conosciuto.
Oggi di queste antichità, di questi tesori, si parla sempre meno. Al massimo vengono viste come cose vecchie o invecchiate. Nonostante questo non dobbiamo rinunciare alla ricerca delle antichità. Non dobbiamo lasciarci scoraggiare dalle difficoltà, dovremmo ambire ad essere capaci di trovare la bellezza e il valore ovunque, anche nelle cose che sembrano vecchie e invecchiate.