L’incoronazione di Santa Greca


di Angelo Sanna

– seconda parte –

Nel 1929 si inaugurò il nuovo cocchio. Quello vecchio, ultracentenario, non permetteva la visuale della Santa con la corona, era basso. Quando furono reperiti i fondi, il cocchio fu ordinato alla ditta del Cavalier Anzellotti di Napoli. “ Il nuovo Trono è in legno scolpito tutto rivestito di oro zecchino, un vero capolavoro, ammirato da tutti. Questo bellissimo trono fu inaugurato nella festa di S. Greca del 1° Maggio con grande soddisfazione del popolo decimese e dei numerosi forestieri”.

Le ricognizioni della reliquia di santa Greca
Dopo il 1633, le reliquie di santa Greca furono poste, in parte, nella parrocchia di Decimo, allora dedicata a N. S. delle Grazie. Le altre vennero trasportate a Cagliari e poste nel duomo nella cripta dei martiri.

Don Maxia a tal proposito scrive: “Dalla storia e massimamente dalla tradizione si sapeva che nell’ invenzione del corpo di santa Greca nel sec. XVII parte di esso fu portato al santuario della cattedrale di Cagliari, parte fu collocata nell’altare maggiore della chiesa parrocchiale di Decimo per essere al sicuro dalle frequenti scorrerie dei barbari. Infatti sopra i gradini dei candelabri e sotto la nicchia del Patrono St’ Antonio Ab. C’era una grata di ferro, e dietro questa a circa 15 cm. di distanza c’era un sarcofago di marmo con bassorilievo riproducente la Santa coricata sul fianco destro con le mani incrociate ed in testa una corona di rose; sotto c’era quest’iscrizione: Beata Martir Greca quiscit in pace; vixisit annis XX mensibus II diebies XVIIII. Deposita pridis Idus Iannuarias”.

Dai documenti risulta che dopo il 1633 fu fatta una ricognizione nel 1789, di questa rimane la pergamena che implicitamente ci indica anche quanto fosse bello il nuovo altare. Del 1633 ci sono gli atti notarili e le testimonianze del tempo.

Potremo chiederci come mai nel 1789 fu fatta una ricognizione? Poiché non coincideva con alcuna ricorrenza. Il motivo molto semplice, come scritto nella pergamena, era che Giovanni Battista Franco stava montando il nuovo altare, sul paliotto fatto costruire dal canonico Spiga. Pertanto fu necessario apportare delle modifiche e comunque togliere dal sito le reliquie che furono poste in un sarcofago di marmo bianco, sotto la nicchia, dietro l’altare maggiore della parrocchiale. L’ultima ricognizione del 1928 fatta in due tempi: il 13 gennaio in maniera riservata e il 26 settembre pubblicamente, quest’ultima descritta molto bene nel Liber Chronicus da Don Maxia che con l’ausilio di persone fidate, quali il Signor Raffaele Mantega e altri aiutanti, con molta fede e con tanta emozione, ruppero il sarcofago e tolsero l’astuccio che conteneva il documento di monsignor Melano.
Il giorno successivo Don Maxia portò l’astuccio all’arcivescovo che dopo aver sentito la relazione ruppe i sigilli e tolse la pergamena in buono stato sulla quale c’era scritto:

«Die 20 Maj 1789 disiecta templi ara maxima Lipsana S. Grecae V. et M. in sarcofago cum epigrafe inventa riteque ricognita summa religione in arca marmorea in ara slendidiori forma axtructa condita sunt. Mandante Ill.mo a Rev.mo D. Fr. Victorio Philippo Melano a Sportula, Archiepiscopo calaritano. Primate Sardiniae et Corsicae, qui hane membranam rei gestae monumentum sua manu obsignavit.
+ Victorius Philippus Archie.po»
(Giorno 20 maggio 1789, demolito l’altare maggiore della chiesa, nel sarcofago con l’iscrizione furono rinvenute le reliquie di S. Greca V. e M. Furono debitamente riconosciute e riposte con grandissima devozione in un’arca di marmo in un altare costruito più splendidamente. per ordine dell’Ill.mo e Rev.mo D. Fr. Vittorio Filippo Melano a Sportula, Arcivescovo di  Cagliari, Primate di Sardegna e Corsica, che firmò di proprio pugno questa pergamena a memoria di quanto è stato fatto.
+Vittorio Filippo arcivescovo)
Era questa l’autentica delle reliquie fatta da Monsignor Filippo Melano Arcivescovo.

Don Maxia nel “Liber Chronicus” ci racconta del fatto grave che costernò; il parroco, il paese e i fedeli, il furto della corona della Santa, quella del 1928 eseguita dal Palladino, che destò tanta curiosità e meraviglia in tutta l’Isola.

La notte tra il 12 e 13 gennaio 1940 con uno scasso nella chiesa patronale di Sant’Antonio Abate furono rubate “Is prendas” di Santa Greca e la Corona. Le indagini, veloci ma poco rigorose portarono all’arresto di 14 persone, 10 delle quali furono rilasciate quasi subito, ma gli inquirenti della questura di Cagliari sospettarono del parroco. Secondo loro le serrature erano state aperte con le chiavi e tutta la confusione creata era frutto di una simulazione. Don Maxia rischiò di finire in prigione, ma ciò non avvenne. L’uomo si sentì distrutto e umiliato anche perché alcune lettere anonime lo accusavano senza remore. Alla celebrazione del processo Don Maxia fu sentito come testimone, quattro persone furono condannate, i gioielli e la corona mai trovati. Il Parroco da questo colpo non si riprese più, non fu aiutato neanche dai suoi superiori e un’ombra di sospetto lo perseguitò, fu trasferito a Quartucciu dove morì poco tempo dopo.

Nel 1978 Don Elvio Madeddu fece costruire una nuova corona per santa Greca. L’opera fu realizzata dall’orafo D’Aspro di Cagliari, ma pur essendo un gioiello prezioso non corrispondeva ne allo stile ne alla misura del simulacro della Santa. Qualche anno dopo Don Raimondo Podda, si interessò affinché il simulacro della Martire avesse la sua corona, ormai da troppi anni sguarnito. Nel 1984 ne affidò la realizzazione all’orafo Franco De Giorgi, chiedendogli che si rifacesse al canone originale, questo fu possibile grazie alla foto che si conosce del gioiello, del 1928. Il risultato è quello attuale, la corona che per ogni vigilia della festa è posta sul capo del simulacro della santa, ha il peso di 434 grammi in oro ed è abbellito con 8 perle e 16 pietre preziose. La corona fu completata nel luglio del 1984, fu benedetta e posta sul simulacro di santa Greca il 30 settembre, esattamente a 56 anni dall’incoronazione e a circa 44 dal furto.

Tutti coloro che vorranno ammirare e seguire la cerimonia, molto bella e toccante, della vestizione del simulacro della Santa, potranno farlo il 30 aprile e il venerdì precedente l’ultima domenica di settembre di ogni anno.

Vulcano n° 97

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