MES, dall’Ue doccia fredda all’Italia: «Non riapriremo il testo». Visco: «L’Italia non è a rischio»

di Francesca Matta

Ancora tensione sulla riforma del trattato sul Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità. Il presidente dell’Eurogruppo, il portoghese Mario Centeno, chiude ogni possibilità di modifica al testo. «Non vediamo ragione per cambiare testo, l’accordo politico è già stato raggiunto», sostiene. Il prossimo step sarà la revisione di alcune questioni strettamente tecniche. La firma è attesa per l’inizio del 2020.

Con una sola battuta, dunque, Centeno risponde chiaramente alle richieste del capo politico M5s Luigi Di Maio, il quale anche oggi ha ribadito sulla sua pagina Facebook la necessità di un rinvio: «Sul Mes – scrive – siamo molto determinati. Per noi bisogna rinviare: così com’è non va bene, perché espone l’Italia e gli italiani a dei rischi troppo alti. Questa firma ci impegnerà per i prossimi 50 anni. Finché non avremo la certezza al 200% che l’Italia sarà al sicuro, non apporrò nessuna firma».

Cerca il compromesso, invece, il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis: «Dobbiamo lavorare tutti – afferma – in uno spirito di compromesso per trovare soluzioni. Penso che sia esattamente con questo spirito che i ministri delle Finanze oggi affronteranno questa discussione. Spero che riusciremo a fare progressi sia sulla riforma dell’Esm o Mes che sull’Unione bancaria».

Da Londra risponde il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ribadisce il via libera italiano al Mes in seguito a un’intesa raggiunta insieme agli altri Paesi dell’eurozona sull’assicurazione europea sui depositi e il bilancio. «Per quanto riguarda il Mes siamo ai passaggi finali – conferma Conte al termine del vertice Nato nella capitale britannica – ma c’è una logica di pacchetto, quindi per quanto riguarda l’Italia rimaniamo vincolati a questa logica». E poi aggiunge: «Quando il Mes sarà firmato decideranno i responsabili politici dei singoli Paesi, ci sono tempi e modi che decideremo in seguito». Il riferimento è al rischio di dover porre un veto in Ue o rischiare una spaccatura nella maggioranza sul meccanismo salva-Stati.

Infine, a rassicurare i parlamentari italiani, è il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, lo stesso che inizialmente si era detto scettico riguardo la riforma sul MES. «Le modifiche introdotte – afferma Visco – sono di portata complessivamente limitata. La riforma non prevede né annuncia un meccanismo di ristrutturazione dei debiti sovrani. Anche la verifica della sostenibilità del debito prima della concessione degli aiuti è già prevista dal Trattato vigente. È una clausola a tutela delle risorse dell’ESM (acronimo inglese del Mes, ndr), di cui l’Italia è il terzo principale finanziatore».

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