Sciopero generale del 17 novembre

di Giuseppe Giuliani

In occasione dello sciopero generale, proclamato da Cgil e Uil per il 17 novembre, a Cagliari si terrà una manifestazione regionale in piazza del Carmine, a partire dalle 9.30.

Per i segretari regionali delle due sigle sindacali, Fausto Durante e Francesca Ticca, «il diritto allo sciopero non può essere messo in discussione dal governo e sindacato e lavoratori non si faranno intimidire dal ministro Salvini e dalle sue minacce».
Lo sciopero di venerdì 17 novembre rientra nel quadro della mobilitazione, avviata da Cgil e Uil, per cambiare la proposta di legge di Bilancio e le politiche economiche e sociali del governo Meloni.
I settori coinvolti dallo sciopero in Sardegna sono: pubblico impiego (solo 4 ore per i vigili del fuoco), funzioni centrali, enti locali, sanità, terzo settore, igiene ambientale, poste, servizi in appalto, consorzi di bonifica, scuola, università, ricerca, alta formazione artistica e musicale, formazione professionale e trasporti escluso, però, il personale di terra e navigante del trasporto aereo.
Nell’elencare i motivi della protesta, i sindacati parlano di un peggioramento della legge Fornero, del taglio delle risorse alla scuola pubblica e alle politiche sociali, della penalizzazione dei redditi di lavoratori e pensionati e dell’indebolimento del sistema sanitario.
Cgil e Uil avanzano delle proposte. Per quanto riguarda il lavoro, l’obiettivo è aumentare i salari, rinnovare i contratti, rafforzando il potere d’acquisto e abbattendo il divario di genere.
Chiedono che il fisco sia progressivo, bocciano la flat tax e propongono una reale lotta all’evasione fiscale. Invocano maggiore attenzione nei confronti dei giovani con la garanzia del diritto allo studio, a un lavoro stabile e a una pensione contributiva di garanzia. I sindacati chiedono anche il superamento della legge Fornero, la tutela del potere d’acquisto delle pensioni, il rilancio del sistema sanitario pubblico e il rifinanziamento delle leggi su non autosufficienza e disabilità. E, ancora, investimenti su salute e sicurezza per bloccare le morti nei posti di lavoro, una strategia industriale per affrontare la transizione, nuove politiche di accoglienza e integrazione dei migranti.

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