Trasferiti a Silius gli ultimi operai della laveria di Assemini

di Alberto Nioi

Il NO alla sua riapertura l’Amministrazione comunale di Assemini lo ha ribadito in tutte le sedi: per il sindaco Puddu la laveria, ora proprietà della Fluorite di Silius (società controllata dalla Regione e in liquidazione dal 2009) deve chiudere definitivamente perchè sono urgenti le bonifiche del sito.

La miniera di Silius (foto Associazione Mineralogica Sarda)
(foto Associazione Mineralogica Sarda)

Ora, quasi a certificare l’avvio del processo di definitiva dismissione dell’impianto, arrivano le lettere di trasferimento dei pochissimi dipendenti rimasti di stanza in via Coghe. La missiva, firmata dal liquidatore della società, il Dott. Aldo Cadau, e recapitata in queste settimane agli interessati, dispone il trasferimento del personale presso la miniera Muscadroxiu di Silius, dove prenderanno servizio a partire dal prossimo primo gennaio 2018. Alla base della decisione, secondo quanto dichiarato dallo stesso Cadau, l’impegno lavorativo estremamente contenuto richiesto dalle attività di custodia e manutenzione che non giustificherebbe la presenza costante del personale ad Assemini. Stiamo parlando di una dozzina di operai che adesso andranno ad affiancare i circa 80 colleghi di Slius, da anni impegnati in lavori di manutenzione, mantenimento in sicurezza e recupero ambientale delle due miniere di Muscadroxiu e Genna Tres Montis.

L’attività mineraria, nata a metà degli anni ’50, è proseguita per circa mezzo secolo, durante i quali si è estratta prevalentemente la fluorite, mediante un processo che proseguiva negli impianti della laveria di Assemini, quindi con un trasferimento di materiali dal Gerrei al Campidano che avveniva su gomma e il cui impatto ambientale (parlo solo del trasferimento) è facilmente intuibile. A questo si aggiunga il disastro della discarica degli sterili di lavorazione che difficilmente si riuscirà a bonificare realmente, con buona pace di chi spera di trasformare l’area in un parco e di ridurre il dissesto idrogeologico di cui gli enormi cumuli sono causa.

Il trasferimento, previsto da tempo, ha sempre preoccupato i lavoratori interessati, i quali a più riprese in questi mesi hanno sollecitato un intervento dell’Amministrazione comunale che scongiurasse questa evenienza. Adesso che è arrivata l’ufficialità anche attraverso i social network si rinnovano le richieste di mediazione verso il primo cittadino. Su Facebook, Andrea, operaio della Fluorite di Silius in trasferimento, si rivolge al Sindaco e scrive: “… serve più impegno per risolvere i problemi di Assemini, c’è ancora da fare da qui a fine legislatura, la laveria ed i suoi dipendenti aspettano risposte. I dipendenti trasferiti a Silius a chi daranno le colpe? Sto aspettando risposte da maggio 2016, almeno capire cosa si sta facendo per i compaesani, prima di pensare al parlamento”.

E’ chiaro che un trasferimento della sede di lavoro porta sempre disagi e la preoccupazione di chi lo subisce è comprensibile. Ma c’è da dire che probabilmente il problema andrebbe affrontato valutandolo da una diversa prospettiva, la prospettiva di chi fortunatamente il posto di lavoro lo sta conservando, il che di questi tempi non sarebbe poca cosa. Assemini dista da Silius circa 55 chilometri, non è poi in capo al mondo. Direi che c’è di peggio. Molto di peggio. Chissà cosa ne penserebbero quegli insegnanti del sud Italia che con la riforma della “Buona Scuola”, per non perdere il posto, hanno dovuto lasciare la propria casa e la propria famiglia per andare a lavorare al nord.
Sì, non ci vuole un grande sforzo per immaginare cosa ne penserebbero.

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