Un nuovo logo per la ceramica asseminese

di Luca Pes

Nel mese di ottobre, dopo la valutazione delle proposte di un concorso di idee, è stata individuata una nuova immagine grafica che identifica le ceramiche di Assemini.

Il vincitore è stato proprio un asseminese, peraltro non estraneo al mondo della ceramica. Si tratta di Costantino Liberato Farci, che nel cognome non nasconde la vicinanza con una storica famiglia di ceramisti locali. Il secondo e il terzo posto sono andati, rispettivamente, a Pietro La Macchia di Ischia (NA) e Michele Giacobino di Ciriè (TO).

I progetti sono stati valutati dai ceramisti asseminesi Giovanni Deidda e Doriana Usai, designati tramite un apposito sorteggio. Ai due “giudici” sono arrivate proposte coperte dal totale anonimato e soltanto dopo la scelta del logo i componenti della commissione hanno conosciuto i nomi dei proponenti.

Il nuovo logo della ceramica assemineseIl logo prescelto raccoglie due elementi chiave della tradizione ceramica di Assemini: il manufatto asseminese per eccellenza, sa marighedda, presente anche nel gonfalone del Comune, e la lavorazione al tornio. I ceramisti asseminesi, infatti, sono da sempre noti in particolare per la loro abilità di tornianti, che è valsa loro numerosi premi nazionali ed internazionali.

Il logo sarà l’emblema delle ceramiche asseminesi nella comunicazione e nelle iniziative organizzate dal Comune, sarà il simbolo distintivo del Centro Pilota della Ceramica sito in via Lazio e sarà a disposizione dei ceramisti che vorranno sottolineare la loro appartenenza territoriale, accompagnandolo ai loro loghi.

«È stato un successo – ha commentato il sindaco Puddu – abbiamo ricevuto 24 proposte, da diverse parti d’Italia. Ci è piaciuto in particolar modo vedere come persone che non conoscono direttamente la nostra città, anche non sarde, abbiamo colto lo spirito del concorso dando un’interpretazione dei valori territoriali così come il concorso chiedeva. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato e ci hanno dato il loro punto di vista su Assemini e sulla nostra Ceramica».

Vulcano n° 94

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