Una storia lunga 100 anni. Buon compleanno, Cagliari!

Logo retro maglia Centenario Cagliari Calcio

Una cavalcata lunga 100 anni. Una storia in rossoblù costellata di cadute e risalite, gioie e dolori, drammi sportivi e successi. Un trionfo su tutti: lo storico scudetto del 1970. Ma il Cagliari non è soltanto la squadra di calcio di una città, è molto di più. È passione, orgoglio, voglia di riscatto di un intero popolo che si identifica da ormai un secolo nello stemma del sodalizio rossoblù e si emoziona per le gesta degli uomini che indossano la gloriosa maglia della squadra isolana.

La storia del Cagliari Calcio inizia proprio il 30 maggio di 100 anni fa. Cagliari Football Club, questo il primo nome della società cagliaritana fondata nel cinema Eden di via Roma dal chirurgo catanese Gaetano Fichera e da un gruppo di “uomini di sport” del capoluogo sardo. «Dare in città e nell’Isola quella larga diffusione che ha ormai raggiunto dovunque il simpatico sport», questo l’intento dei soci fondatori, come riportano le pagine de L’Unione Sarda dell’epoca.

La prima partita della storia del sodalizio cagliaritano è datata 8 settembre 1920, quando sul campo dello Stallaggio Meloni il Cagliari nel Torneo sardo affronta e sconfigge la Torres per 5-2 grazie ad una tripletta di Alberto Figari. Per i primi cinque anni si utilizzano maglie rossoblù di vario tipo alternate a maglie bianche; nel 1925 compare per la prima volta una casacca a strisce nere e azzurre, poi nel 1928 il ritorno in pianta stabile del rossoblù. 

L’esordio in un campionato nazionale avviene il 16 ottobre 1928, quando il Cagliari debutta nella Prima Divisione italiana uscendo sconfitto per 2-1 dal campo della Virtus Goliarda. Il Presidente Comi investe in modo massiccio sul Club, così nel 1931 la squadra allenata da Egri Erbstein vince il campionato di Prima Divisione ed approda per la prima volta nella sua storia in Serie B.

Arrivano però i primi anni bui: il fallimento del 1935 e la rinascita come Unione Sportiva Cagliari, i campionati in Serie C, la Seconda Guerra Mondiale e gli anni disputati nel Campionato Regionale Sardo. Dopo tante stagioni difficili, il Cagliari fa ritorno in Serie B soltanto nel 1947. 

La vera e propria rinascita avviene negli anni ’50, sotto la presidenza di Domenico Loi. Dopo alcune stagioni in C, nel 1951 il ritorno in B e il trasloco all’Amsicora dallo stadio di via Pola, teatro delle gare interne dal 1928. Nel 1954 il Club sfiora la A, ma perde lo spareggio promozione contro la Pro Patria disputato a Roma.

La retrocessione in C nel 1960 sembra il preludio di un lento declino; l’arrivo nel 1964 di un giovane  attaccante lombardo di nome Gigi Riva segna invece l’inizio di una nuova, bellissima ed indimenticabile epoca. Dopo 44 anni di storia, nel 1964 il Cagliari viene promosso per la prima volta in Serie A. Nel 1966 l’esordio assoluto sulla scena europea, ma i rossoblù vengono eliminati al primo turno della Coppa Mitropa dal FK Sarajevo.

La storia di un club calcistico è caratterizzata da risultati, eventi, emozioni, luoghi, ma è soprattutto scritta da uomini. Arriva così il Cagliari di Arrica, del Presidente Corrias e del Filosofo Manlio Scopigno in panchina. Nel 1969 il secondo posto dietro la Fiorentina, nel 1970 lo storico e forse irripetibile scudetto. Gli undici titolari scanditi a memoria dai tifosi, la festa lunga un’estate intera (e ripetuta più volte nel corso degli anni, fino al cinquantesimo anniversario del 12 aprile scorso), il successo scolpito per sempre nella storia della Sardegna sportiva e non solo.

È questo il punto più alto della storia del Club, che nel 1970-71 partecipa per la prima volta alla Coppa dei Campioni e viene eliminato dopo sole quattro partite dall’Atlético Madrid. Il 1970 è anche l’anno di inaugurazione del mitico Sant’Elia, che diventa la casa dei rossoblù, con alterne vicende, fino al 2017. 

Il grande Cagliari di inizio anni ’70 è legato indissolubilmente a Gigi Riva, il più forte attaccante italiano di tutti i tempi, tuttora recordman di gol con la Nazionale italiana (35 in 42 presenze). Rombo di Tuono è indiscutibilmente il simbolo della storia del Cagliari. Un vanto, un patrimonio, sul campo e fuori dal rettangolo verde. Un lombardo di nascita che ha deciso di sposare per l’eternità l’amata Sardegna e di diventare il più sardo tra i sardi.

Dopo i ripetuti infortuni e il ritiro del bomber di Leggiuno, il Cagliari inizia una parabola discendente che lo porta a scivolare in Serie B nel 1976. In seguito a una lunga altalena tra A e B, il Club precipita in Serie C1 nel 1987. Ci pensano i fratelli Orrù, in particolare Tonino, il DS Carmine Longo e il tecnico Claudio Ranieri a riportare i rossoblù in A in sole due stagioni. È il tempo del Cagliari degli uruguaiani (Francescoli, Herrera e Fonseca) e del Sant’Elia tirato a lucido dopo le “notti magiche” di Italia ’90. 

Nel 1992 il sodalizio cagliaritano viene acquistato da un giovane imprenditore sardo, Massimo Cellino, la cui presidenza segna una lunga fase della storia del Club. Il 6° posto del 1993 sotto la guida tecnica di Carletto Mazzone riporta il Cagliari sulla scena europea: i rossoblù si qualificano infatti alla Coppa UEFA. Una cavalcata esaltante che dopo le eliminazioni ai danni di Dinamo Bucarest, Trabzonspor, Malines e Juventus, vede il Cagliari arrendersi in semifinale contro l’Inter.

Siamo agli albori del ventennio celliniano, una delle fasi più particolari e controverse della storia del Cagliari. La gestione oculata, i conti sempre in ordine, il nono posto in Serie A nel 2009. Ma anche tre retrocessioni in B (una lunga parentesi tra i “cadetti” a inizio millennio), tantissimi allenatori esonerati e soprattutto la questione stadio. L’idea di costruire un nuovo impianto, la “fuga” a Trieste e la vicenda Is Arenas; ed è proprio questo passaggio, sfociato in una spiacevole vicenda giudiziaria, ad aver convinto il Presidente “Massimo” a cedere la società all’imprenditore milanese Tommaso Giulini.

È il giugno 2014, quando il proprietario del gruppo Fluorsid acquisisce il pacchetto di maggioranza del Cagliari. Inizia una gestione “fresca” sotto tanti punti di vista. Una retrocessione dopo un solo anno di presidenza, forse un peccato di ingenuità, poi l’immediata risalita. Negli ultimi sei anni è stato dato un forte impulso allo sviluppo del brand Cagliari: il settore merchandising è finalmente decollato anche grazie all’allestimento di due nuovi stores ufficiali, nel 2015 è arrivato il nuovo logo ufficiale, nel 2017 sono nate la Sardegna Arena e l’area museale del Club. Negli ultimi anni, si è inoltre instaurato un nuovo, amichevole rapporto con le leggende che hanno segnato la storia del Cagliari e in particolare con gli “eroi” della stagione tricolore. 

Nel futuro del sodalizio rossoblù ci sono un nuovo stadio da costruire, una squadra da migliorare anno dopo anno, obiettivi calcistici ed extra-sportivi da inseguire e, possibilmente, da raggiungere. 

Ci saranno ancora partite, eventi, calciatori, uomini, ma soprattutto vivremo tante, tantissime emozioni. Quelle piacevoli sensazione che soltanto il Cagliari può dare al suo popolo e alla sua terra. 

Almeno altri 100 di questi giorni. Buon compleanno, Vecchio Cuore Rossoblù!

Luca Pes

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