Cento anni fa nasceva Karol Wojtyła, il Papa che ha scritto la storia

Il 18 maggio 1920, esattamente un secolo fa, in una cittadina della Polonia meridionale, Wadowice, situata tra Cracovia e Bielsko-Biała, ai piedi della catena montuosa dei piccoli Beskidy, nasceva Karol Józef Wojtyła.

«Non so se posso bene spiegarmi nella vostra, la nostra lingua italiana. Se mi sbaglio… se mi sbaglio mi corrigerete!», si presenta così alla grande folla presente in piazza San Pietro e al grande pubblico davanti agli schermi televisivi di tutto il mondo, la sera del 16 ottobre 1978. Al calar del sole, dopo l’ottavo scrutinio del conclave iniziato due giorni prima, l’Arcivescovo di Cracovia diventa il 264º Papa della Chiesa cattolica e sceglie il nome di Giovanni Paolo II. Un pontificato molto lungo – durato 26 anni, 5 mesi e 17 giorni – e difficile, caratterizzato da tanti problemi di salute ma soprattutto da tante prese di posizione molto forti e da tanti viaggi apostolici in tutto il mondo.

Uno dei momenti che ha segnato maggiormente la missione pastorale di Giovanni Paolo II è l’attentato subìto in piazza san Pietro il 13 maggio 1981 per mano di Mehmet Ali Ağca, terrorista turco già condannato nel 1979 per l’assassinio del giornalista Abdi İpekçi ed evaso nel carcere di massima sicurezza di Kartal Maltepe in cui era detenuto. Una pallottola gli perfora l’addome e solo un lunghissimo intervento chirurgico, eseguito al Policlinico “Agostino Gemelli” e durato 5 ore e 30 minuti, lo salva dalla morte. Il 27 dicembre 1983 si reca in prigione dal suo attentatore per un gesto di perdono e per un lungo colloquio privato, il cui contenuto è sempre rimasto segreto. 

Il pontificato di Giovanni Paolo II si è distinto da quelli precedenti per lo spirito missionario del Papa, che fin dai primi mesi dopo la sua elezione ha scelto di viaggiare in tutto il mondo per incontrare i fedeli e per cercare costantemente un dialogo coi rappresentanti delle altre religioni. Degna di nota la giornata di incontro tra le grandi religioni, indetta dallo stesso Giovanni Paolo II e tenutasi ad Assisi il 27 ottobre 1986; tanti, inoltre gli Incontri di Preghiera per la Pace durante il pontificato di Wojtyła. 

In particolare, il Pontefice ha cercato il dialogo con gli ebrei, riconoscendo lo Stato di Israele e chiedendo perdono per le mancanze e i peccati dei cristiani verso i “fratelli maggiori” nel corso dei secoli. È stato il primo pontefice romano, dopo San Pietro, a pregare in una sinagoga; storica la visita del 13 aprile 1986 nella sinagoga di Roma. Il Papa ha inoltre reso omaggio alle vittime dell’Olocausto in molte nazioni; è stato il primo Papa ad aver visitato il campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia, nel 1979.

In più occasioni ha fatto pubblica ammenda per i peccati commessi dai cattolici nel corso della storia. In particolare, durante una solenne celebrazione in Vaticano il 12 marzo 2000, ha richiesto il perdono per i peccati commessi in ogni epoca dai cattolici che violarono «i diritti di gruppi etnici e intere popolazioni, e dimostrarono disprezzo per le loro culture e tradizioni religiose».

Nel corso del suo pontificato ha affrontato varie tematiche di carattere sociale: oltre alla battaglia per il rispetto della libertà religiosa, si è schierato contro aborto, eutanasia, pena di morte e fecondazione artificiale. Si è dichiarato contrario alle unioni civili e ai matrimoni omosessuali. Contrario all’ordinazione al sacerdozio delle donne, ha più volte difeso la posizione della Chiesa sul celibato ecclesiastico.

Giovanni Paolo II ha intrapreso fin dall’inizio del suo pontificato una vigorosa azione politica e diplomatica contro l’oppressione politica. È considerato uno degli artefici del crollo del muro di Berlino e dei sistemi del socialismo reale controllati dall’ex Unione Sovietica. In particolare, Papa Wojtyła, che ha iniziato il suo pontificato quando la Polonia e l’intera Europa dell’est si trovavano nella sfera d’influenza sovietica, ha offerto un supporto concreto a movimenti anticomunisti come il sindacato polacco Solidarność di Lech Wałęsa.

Si è impegnato costantemente per la pace, sostenendo che la diplomazia è l’unica via per risolvere i conflitti. Si è occupato anche di temi legati all’ecologia, sottolineando l’importanza di salvaguardare l’ambiente. Nel 2000 ha firmato pubblicamente la campagna del Giubileo per la cancellazione del debito africano. 

Si è schierato più volte contro la mafia, in particolare dopo gli attentati che hanno portato la morte dei giudici Falcone e Borsellino; tra i momenti di maggiore impatto, il discorso di accusa a Cosa Nostra ad Agrigento, presso la Valle dei templi, il 9 maggio 1993.

Nel 1997 ha promulgato il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica, ispirandosi alla tradizione della Chiesa interpretata dal Concilio Vaticano II. Ha riformato i Codici di diritto Canonico Occidentale e Orientale, ha creato nuove Istituzioni e riordinato la Curia Romana.

Durante il pontificato ha dato un forte impulso alle canonizzazioni e beatificazioni: ha celebrato 147 cerimonie di beatificazione – nelle quali ha proclamato 1338 beati – e 51 canonizzazioni, per un totale di 482 santi.

«L’atleta di Dio», così chiamato per la sua passione per lo sport, ed in particolare per lo sci, ha effettuato 104 viaggi apostolici nel mondo e 146 visite pastorali in Italia; come Vescovo di Roma, ha visitato 317 parrocchie (su un totale di 333). Ha cercato di diffondere il Cattolicesimo nel mondo, parlando ai fedeli e cercando di avvicinare i giovani alla Chiesa cattolica; per questo, nel 1985, ha inaugurato la lunga tradizione delle Giornate Mondiali della Gioventù. Le 19 edizioni della GMG che si sono tenute nel corso del suo Pontificato hanno visto riuniti milioni di giovani in varie parti del mondo. Allo stesso modo la sua attenzione per la famiglia si è espressa con gli Incontri mondiali delle Famiglie, da lui organizzati a partire dal 1994.

Più di ogni altro predecessore ha incontrato i fedeli e i responsabili delle nazioni: alle udienze generali del mercoledì (1166 nel corso del pontificato) hanno partecipato più di 17 milioni e 600 mila pellegrini, senza contare tutte le altre udienze speciali e le cerimonie religiose. Ha incontrato milioni di fedeli nel corso delle visite pastorali in Italia e nel mondo; si stima che abbia incontrato più di 8 milioni di pellegrini soltanto nel corso del Grande Giubileo del 2000. Ha ricevuto in udienza numerose personalità governative: 38 visite ufficiali e altre 738 udienze o incontri con Capi di Stato, 246 tra udienze e incontri con Primi Ministri.

Tra i punti controversi del suo pontificato, le critiche, provenienti soprattutto dall’America del Nord, a causa dei ripetuti casi di pedofilia che vedevano coinvolti vescovi e sacerdoti, per i quali è stato accusato di non aver fornito una valida risposta né «riportando all’ordine» i suoi rappresentanti; Wojtyła solo il 30 marzo 2002 con un motu proprio ha istituto il delitto di pedofilia nella Chiesa che prevede la scomunica per i prelati che si macchiano di tale delitto. Nello stesso periodo, il Pontefice ha condannato i casi avvenuti negli Stati Uniti.

Dopo la sua scomparsa, il 28 aprile 2005 Papa Benedetto XVI ha concesso la dispensa dal tempo di cinque anni di attesa dopo la morte, per l’inizio della Causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II. La causa è stata aperta ufficialmente il 28 giugno 2005 dal Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale per la diocesi di Roma. Il 2 aprile 2007 si è conclusa la prima fase del processo di beatificazione; al 1º aprile 2009 le segnalazioni dei presunti miracoli attribuiti a Giovanni Paolo II, al vaglio della Congregazione per le Cause dei Santi, erano 251. Il 19 dicembre 2009 è stato proclamato venerabile, il 1º maggio 2011 è stato nominato beato e il 27 aprile 2014, insieme a papa Giovanni XXIII, Papa Francesco lo proclama santo.

La storia

Nato a Wadowice il 18 maggio 1920, Karol Józef Wojtyła perde la madre ad appena nove anni. Nel 1938, assieme al padre si trasferisce a Cracovia, dove si iscrive alla Facoltà di Filosofia dell’Università Jagellonica. Dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, con la chiusura dell’università, tutti i maschi sono stati costretti a lavorare: Wojtyła diventa fattorino, poi manovale, infine operaio in fabbrica, evitando così la deportazione in Germania.

Durante la guerra, frequenta i corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di Cracovia, diretto dal Cardinale Adam Stefan Sapieha, Arcivescovo di Cracovia. La recitazione è una delle sue grandi passioni, diventa così uno dei promotori del clandestino Teatro Rapsodico. Nell’agosto 1944, per evitare la deportazione, si rifugia fino alla fine della guerra nell’Arcivescovato di Cracovia. Fondamentali per la sua formazione gli studi nel seminario maggiore di Cracovia e nella Facoltà di Teologia dell’Università Jagellónica.

Ordinato sacerdote il 1º novembre 1946 dall’Arcivescovo di Cracovia, nei mesi successivi si trasferisce a Roma per proseguire gli studi teologici nella Pontificia Università San Tommaso d’Aquino. Nel 1948 consegue il dottorato in Teologia con una tesi sul tema della fede nelle opere di San Giovanni della Croce.

Nel 1949 svolge la sua prima missione pastorale nella parrocchia di Niegowić, poi viene assegnato è stato assegnato alla parrocchia di San Floriano a Cracovia. Insegna Teologia Morale ed Etica all’Università Jagellonica di Cracovia e poi all’Università Cattolica di Lublino. Il 4 luglio 1958 viene nominato Vescovo titolare di Ombi e Ausiliare di Cracovia da Papa Pio XII. Il 13 gennaio 1964 viene nominato Arcivescovo di Cracovia da Papa Paolo VI, che lo nomina poi Cardinale nel Concistoro del 26 giugno 1967. Partecipa al Concilio Vaticano II tra il 1962 e il 1965, dando un contributo molto importante nell’elaborazione della costituzione Gaudium et spes.

Dopo la morte di Paolo VI, avvenuta il 6 agosto 1978 a Castel Gandolfo, partecipa come Cardinale al conclave che porta all’elezione di Albino Luciani, divenuto Papa Giovanni Paolo I. Un pontificato breve, durato appena 33 giorni (26 agosto-28 settembre 1978), che costringe tutti i Cardinali a tornare a Roma per un nuovo conclave. Il 16 ottobre 1978, a soli 58 anni, Karol Wojtyła viene eletto Papa e come segno di continuità e di rispetto nei confronti del predecessore sceglie il nome di Giovanni Paolo II. È il primo e unico papa polacco della storia e il primo straniero alla guida della Chiesa dopo 455 anni. Durante il suo primo discorso rompe il protocollo e parla a braccio, un modo insolito per un pontefice di presentarsi alla folla dei fedeli.

Afflitto dal morbo di Parkinson dal 1991, negli ultimi anni della sua vita per lui è impossibile camminare e stare in piedi a lungo. Dopo oltre 26 anni di pontificato, nel 2005 la sua condizione fisica si aggravata notevolmente. Viene ricoverato dal 1º al 10 febbraio al Policlinico “Gemelli” di Roma, e da allora le sue apparizioni dalla finestra di piazza San Pietro sono sempre più sporadiche.

Viene sottoposto a tracheotomia, saluta per l’ultima volta la folla dalla finestra della piazza il 30 marzo, senza però riuscire a proferire parola. Muore alle 21.37 del 2 aprile 2005; da quella sera e fino all’8 aprile, quando hanno avuto luogo le esequie, più di tre milioni di pellegrini confluiscono a Roma per rendere omaggio alla salma del Papa, attendendo in fila anche fino a 24 ore per poter accedere alla Basilica di San Pietro.

I funerali vengono celebrati dal Cardinale Joseph Ratzinger, che pochi giorni più tardi diventerà Papa Benedetto XVI. Circa 300.000 persone hanno partecipato ai funerali sostando in Piazza San Pietro e nelle vie circostanti, mentre almeno altri 2 milioni di persone si sono riunite nelle piazze di Roma e nell’enorme spianata di Tor Vergata per seguire la cerimonia dai maxischermi. Alle esequie, trasmesse in mondovisione, hanno preso parte decine di capi di Stato e di Governo.

a cura di Luca Pes

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