Assemini, la Sanac riaccende il forno

Gli operai durante una delle tante manifestazioni che hanno portato a questo risultato. Foto Cgil

Mario Puddu, primo cittadino di Assemini, non nasconde la soddisfazione: «La ripresa della produzione è una bellissima notizia per il nostro territorio. Io e tutta la mia Giunta siamo felici soprattutto per i lavoratori e per le loro famiglie. È un buon momento per la nostra zona industriale e la riaccensione dei forni si unisce alla prossima partenza del polo logistico Lidl».

Anche i rappresentanti dei lavoratori tirano un sospiro di sollievo: «Il 27 maggio ripartirà il forno più grande d’Europa – dichiara Giampiero Manca, segretario della Filctem Cgil di Cagliari – è un risultato che aspettavamo da tempo e che permetterà di rilanciare tutta la zona industriale di Macchiareddu, attirando a ruota anche altri investimenti. È giusto ringraziare tutte le forze politiche ma è doveroso sottolineare soprattutto i meriti dei lavoratori, che in tutti questi anni non hanno mai mollato». 

Maurizio Genovesi (Uil) aggiunge: «Dopo più di due anni di cassa integrazione oggi finalmente si riparte. È stato un periodo delicato durante il quale gli operai lavoravano uno o due giorni al mese. Se tutto va bene entro giugno rientreranno tutti e non sono escluse addirittura alcune assunzioni, ma questo dipenderà dagli ordini».

Lo stabilimento Sanac è stato realizzato intorno al 1970 ed è dedicato alla produzione di mattoni refrattari di diverso tipo: tradizionali, chimicamente legati e resinati. Inizialmente era di proprietà dello Stato (Iri) e nel 1995 è entrato a far parte del gruppo Riva. La produzione prima della chiusura era di circa 35mila tonnellate. L’impianto occupa 163 mila metri quadrati, dui cui circa venti sono coperti. Il grande forno Gibbons, principale mezzo di produzione, misura ben 150 metri per 52.

Per quanto riguarda l’impatto ambientale, argomento citato da vari gruppi ambientalisti, stando a una relazione dell’unità di gestione rifiuti e infrastrutture ambientali dell’ex Provincia di Cagliari, le potenziali fonti di inquinamento del suolo sono rappresentate dai serbatoi utilizzati per lo stoccaggio di combustibili e da sostanze liquide impiegate nel processo produttivo e nelle attività di supporto. 

Maurizio Genovesi specifica: «Su questo aspetto tutti gli interventi richiesti sono ormai ad un ottimo punto. L’impianto era fermo da alcuni anni e nel frattempo le normative giustamente diventano più stringenti ma ormai ci siamo e attendiamo a breve l’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale».

In Italia sono presenti quattro sedi Sanac e oltre a quella di Assemini ci sono Vado Ligure, Gattinara e Massa Carrara.

Fino a poco tempo fa Acciaierie d’Italia (ex Ilva) acquistava il materiale necessario per la propria attività all’estero, probabilmente anche perché la Sanac vantava diversi crediti.

Antonella Zedda, coordinatrice regionale Fratelli d’Italia: «Oggi abbiamo la certezza di un nuovo inizio, l’auspicio di grande rinascita per il sito Sanac di Assemini. La sinergia tra amministrazione e lavoratori è stata fondamentale per risolvere questa situazione ma è doveroso sottolineare il grande impegno e la determinazione dimostrata dal Governo Meloni per risolvere una una situazione bloccata da anni. Siamo molto orgogliosi di questo risultato».

Segue a ruota la consigliera asseminese Niside Muscas: «Aspettavamo da anni questo momento, è davvero una gran bella notizia per i lavoratori e per tutta la comunità asseminese. Ancora una volta quando si decide di lavorare uniti per risolvere un problema le soluzioni si trovano. Un’altro risultato per il “governo del fare” guidato da Giorgia Meloni».

Il consigliere asseminese Diego Corrias aggiunge: «La ripresa della produzione in Sanac è una bella notizia per Assemini e per i lavoratori prima di tutto. Ho avuto modo di conoscere molti di loro negli anni e sono felice che finalmente vedano uno primo spiraglio in questa lunga vicenda che tocca direttamente la serenità e il futuro loro e delle famiglie. Un primo risultato su cui pesa l’impegno di tanti, ma soprattutto delle Rsu, dei rappresentanti sindacali territoriali, Giampiero Manca in particolare, che negli anni non hanno mai smesso di tenere alta l’attenzione sulla vicenda».

Lo stesso Corrias poi aggiunge: «Dal 2019 come assessore comunale ho seguito la vicenda, con la partecipazione ai tavoli di crisi a Roma con Alessandra Todde, con l’organizzazione insieme a Sabrina Licheri dei consigli comunali aperti con l’obiettivo di vedere tornare gli ordini di ILVA, evitare lo spezzatino e mantenere la produzione ad Assemini. Ma non ci sono bandiere politiche da mettere. Ora è necessario tenere alta l’attenzione e lavorare perchè SANAC possa uscire dal commissariamento e avere un futuro stabile per lavoratori, famiglie e territorio».

Sull’argomento è voluta intervenire anche la senatrice Sabrina Licheri: «La mia attenzione su Sanac è stata continuativa, da sindaca e da senatrice. Ho sfruttato ogni occasione per richiamare l’attenzione sulla vertenza Sanac affinché il Governo capisse fino in fondo la particolarità e assurdità del dramma: mi riferisco alla scelta di Acciaierie d’Italia di escludere Sanac dalla filiera dell’acciaio puntando su aziende private estere e contribuendo così al crollo del fatturato. Mi riferisco alla sconcertante situazione debitoria nei confronti di Sanac da parte della stessa Acciaierie che arrivò a superare i 20 milioni di euro». La Licheri poi conclude: «Ho sempre sollecitato interventi su questi fronti, insieme alla salvaguardia occupazionale e, recentemente, al riconoscimento di impresa a carattere strategico. Sono veramente contenta del riavvio della produzione. Complimenti ai sindacati e ai lavoratori per la determinazione e la pazienza».

Carlo Manca

 

Il forno Gibbons di Assemini. Foto G. Manca

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *