Scorie nucleari, la Sardegna tra le aree idonee per il deposito nazionale

Nell’Isola sono stati individuati 14 siti idonei per la realizzazione del deposito unico dei rifiuti nucleari: presa di posizione unanime della politica sarda

La Sardegna nuovamente minacciata dai rifiuti nucleari. Il Ministero dello Sviluppo Economico e quello dell’Ambiente hanno dato il via libera alla pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi). Chi si occupa del procedimento è la Sogin, la società statale incaricata dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. In totale sono state individuate 67 aree su tutto il territorio nazionale, 14 delle quali si troverebbero in Sardegna, una della sette regioni interessate dal progetto (Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia). Le stime sono di circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività: si tratta di rifiuti provenienti dal mondo civile, in particolare da quello medico e ospedaliero. Nel dettaglio sostanze radioattive usate per la diagnosi clinica, per le terapie anti tumorali, e in generale da tutte quelle attività di medicina nucleare che costituiscono ormai il nostro quotidiano.

IL PROGETTO – L’opera prevede la realizzazione del deposito e di un parco tecnologico ad esso annesso. Il tutto sistemato in un area di 150 ettari complessivi. Il parco tecnologico avrà la funzione di centro di ricerca sullo smantellamento delle istallazioni nucleari e sulla gestione dei rifiuti radioattivi. Il deposito sarà costruito con una struttura a matrioska. Più precisamente, all’interno di 90 costruzioni in calcestruzzo armato, chiamate celle, verranno posizionati dei grandi contenitori realizzati in calcestruzzo speciale, ovvero i moduli, Questi ultimi a loro volta racchiuderanno al loro interno i contenitori metallici che contengono i rifiuti radioattivi già condizionati. 

I CRITERI – I criteri per l’individuazione delle aree adatte alla corruzione del deposito sono stati stilati dall’Ente di controllo ISPRA (oggi ISIN), seguendo le linee guida dettate da IAEA (International Atomic Energy Agency). In questo modo, sono state individuate aree dove sia garantita l’integrità e la sicurezza nel tempo del Deposito Nazionale. I criteri elaborati dall’Ente di controllo sono suddivisi in: 15 Criteri di Esclusione, per escludere le aree del territorio nazionale le cui caratteristiche non permettono di garantire piena rispondenza ai requisiti di sicurezza. 13 Criteri di Approfondimento, per valutare le aree individuate a seguito dell’applicazione dei criteri di esclusione. Sul sito www.depositonazionale.it, Sogin ha pubblicato tutte le informazioni che riguardano la localizzazione del sito, le caratteristiche delle strutture e del tipo di rifiuti che dovranno contenere.

IN SARDEGNA – Nell’Isola sono quindi 14 i siti individuati e ricadono nelle provincie di Oristano e del Sud Sardegna. Nell’oristanese sono 4 le aree interessate: 150 ettari a  Siapiccia; 339 ettari ad Albagiara, Assolo, Mogorella, Usellus; 164 ettari ad Assolo, Villa Sant’Antonio; 164 ettari ad Albagiara, Usellus. Per quanto riguarda la provincia del Sud Sardegna sono ben 10 le zone indicate: 164 ettari a Nuragus; 156 ettari a Nurri; 151 ettari a Genuri, Setzu, Turri; 670 ettari a Pauli Arbarei, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna; 150 ettari a Gergei; 250 ettari a Las Plassas, Pauli Arbarei, Villamar; 339 ettari a Mandas, Siurgus Donigala; 213 ettari a Segariu, Villamar; 241 ettari a Guasila; 339 ettari a Ortacesus. 

POLEMICHE – L’inserimento della Sardegna nelle zone interessate dal progetto, ha scatenato le proteste da parte di tutto il mondo politico e dell’opinione pubblica sarda. Così il PD regionale, in una nota a firma di Emanuele Canu e Gianfranco Ganau: «Ribadiamo con forza la contrarietà ad accogliere il deposito di scorie nucleari sul nostro territorio regionale. Ancora una volta cogliamo l’occasione per ribadire, come già detto in più occasioni e in tutte le sedi politiche ed amministrative, il principio della Sardegna come regione denuclearizzata». Contrario anche il centrodestra, con l’ex governatore Ugo Cappellacci: «Il 97% dei sardi ha già detto no al deposito nazionale delle scorie radioattive nell’isola. Nessuno osi violare la volontà di un popolo, espressa democraticamente. Siamo pronti a dare battaglia, dentro e fuori dal Palazzo contro un’ipotesi che respingiamo con sdegno perché non accettiamo l’idea che la nostra terra sia vista come la destinazione di qualsiasi scelta o carico scomodo da scaricare sulla collettività». Durissima la presa di posizione del Presidente della Giunta regionale, Christian Solinas: «Indicare 14 siti in Sardegna sui 67 individuati complessivamente nel territorio nazionale per la realizzazione del deposito unico dei rifiuti nucleari rappresenta l’ennesimo atto di arroganza e prevaricazione di uno Stato e di un Governo che non hanno alcun rispetto per l’Isola e per la volontà chiaramente espressa dal Popolo Sardo, in maniera definitiva ed irrevocabile, con un Referendum ed una legge regionale. La Sardegna ha già pagato fin troppi tributi alla solidarietà nazionale verso lo Stato italiano. Questo stesso Popolo ha sempre respinto, e continuerà a farlo con tutte le sue forze, ogni ipotesi di trasformazione dell’Isola in una pattumiera nucleare al centro del mediterraneo, con un danno irreversibile alla propria vocazione turistica ed al suo tessuto economico produttivo». Infine, ha espresso assoluta contrarietà anche il Movimento 5 Stelle isolano, con la sua portavoce Desirè Manca: «Era il Settembre del 2017 quando da cittadina sarda inoltrai le osservazioni al Programma Nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi. Nelle osservazioni, sottolineavano aspetti di carattere generale ma soprattutto aspetti di carattere sociale ed ambientale. In tutti questi anni le motivazioni per trasformare la nostra terra in una pattumiera non sono venute meno, anzi, hanno preso più corpo e sostanza. Il mio rimane un NO alle scorie in terra di Sardegna senza se e senza ma». Non è mancata la presa di posizione della Lega, tramite il coordinatore regionale Eugenio Zoffili che ha dichiarato: «Siamo stupiti e allarmati. Il metodo e’ sbagliato perché’ scelte del genere devono essere condivise con le Regioni. Si tratta dell’ennesimo sopruso di questo governo. Su queste voci che riguardano la Sardegna presenterò’ un’interrogazione alla Camera».

 

Andrea Piras

 

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