Assalto eolico, è lotta contro il tempo


 

Negli ultimi tempi si moltiplicano le richieste per la creazione di nuovi parchi eolici o fotovoltaici. Grazie all’assenza di regole precise alcune grosse multinazionali stanno acquistando terreni in tutta l’isola per sfruttare i contributi governativi voluti dal Governo Draghi e incassare miliardi di euro.

In questi progetti la transizione ecologica non c’entra nulla, tanto meno in Sardegna, dove gli standard richiesti per il 2030 sono già raggiunti. Se non si riuscirà a mettere un freno a queste installazioni il paesaggio sardo verrà profondamente cambiato e in tutto questo non ci sarà nessun beneficio per i cittadini.

I progetti alternativi ci sono, la volontà politca di dotarsi di energia rinnovabile anche, ma quello che sta succedendo oggi sta andando fuori controllo. L’attuale Giunta regionale ha cercato di tamponare i nuovi progetti con una moratoria e avviando l’iter per una legge che disciplini le nuove realizzazioni, azione che ha portato le multinazionali ad un pressing per ottenere le autorizzazioni.

Su oltre 1500 progetti presentati in Italia circa trecento riguardano la Sardegna, una cifra enorme. Il recente caso del mega impianto da mille ettari previsto nella Nurra è ancora sotto gli occhi di tutti, così come le navi cariche di pale, pannelli e batterie.

In questi giorni è arrivato anche uno studio da parte del Comitato Scientifico per l’Insularità che, come dichiarato dalla presidente Maria Antonietta Mongiu «rappresenta una proposta trasversale e più asciutta rispetto a quella della Giunta. Secondo noi si dovrebbe estendere il Piano paesaggistico regionale dalle zone costiere alle zone interne e pretendere un’adeguata analisi dell’impatto dei vari impianti produttori di energia».

Il nuovo esecutivo regionale riceverà a breve anche i rappresentanti dell’Anci, comprensibilmente molto preoccupati per la situazione attuale.

La Sardegna ha uno strumento a sua disposizione, il suo Statuto, dove all’art. 3 si attribuisce alla Regione la competenza esclusiva sull’urbanistica e la regolamentazione dei nuovi impianti rientra a pieno titolo.

Il disegno di legge dedicato a tutela e salvaguardia di ambiente e paesaggio proposto dalla Giunta Todde avrà certamente effetti benefici perché i nuovi interventi di istallazione saranno sospesi per 18 mesi. Questo periodo di tempo, come dichiarato dalla stessa Presidente, verrà utilizzato per mettere a punto gli strumenti legislativi più adatti per impedire lo scempio ma non è detto che sia sufficiente perché, nel frattempo, le multinazionali non staranno certo a guardare. 

Carlo Manca

 

 


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